La Nuova Sardegna

La proposta

L’assessora Rosanna Laconi: «Sanzioni più severe per chi ruba sabbia e conchiglie»

di Serena Lullia

	Un sequestro della Forestale di Tempio 
Un sequestro della Forestale di Tempio 

L’esponente della giunta: «Se non si riesce a ottenere il rispetto con le buone, il prezzo da pagare deve essere alto»

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Sassari Contro i predoni di sabbia, pietre e conchiglie servono sanzioni più salate. L’assessora regionale all’Ambiente, Rosanna Laconi, chiede di lucidare il pugno di ferro. L’ultimo caso è stato reso noto oggi, 8 luglio, dall’Autorità portuale del nord Sardegna e riguarda una coppia di turisti di Latina e una famiglia tedesca. Si stavano imbarcando all’Isola Bianca con conchiglie e pietre rubate dalla spiaggia di Budoni. 

«Chi arriva in Sardegna trova i cartelloni che lo avvisano del divieto di portare via sabbia e conchiglie, ma non basta: servono sanzioni più dure», commenta l’esponente della giunta di Alessandra Todde. «È un problema di educazione civica, di informazioni che dovrebbero arrivare dalle famiglie ma noi facciamo il possibile per informare chi arriva in Sardegna sui divieti  – sottolinea Rosanna Laconi -. Ma non è un problema solo nostro, c'è sempre quello che in montagna estirpa la stella alpina o danneggia un monumento a Roma».

La comunicazione, analogica e digitale, con manifesti, brochure e video sui social, c’è ma evidentemente non è sufficiente. L'ultima campagna pubblicitaria per spiegare che sabbia, conchiglie e pietre non sono un souvenir della Sardegna, ha il volto di Geppi Cucciari. L’artista invita i turisti che vogliono conservare un pezzo dell’isola a portarsi via «un vermentino, un pecorino o un bagnino di Olbia».

«I cartelli sono giganteschi, non è un problema di informazione perché quelli che cercano di portarsi via sabbia e conchiglie sanno che non si può fare. Ma nei porti e aeroporti li fermano sempre  _ sottolinea l’assessora  -. Si devono aumentare le sanzioni ed essere ancora più severi. Se con le buone non si riesce a ottenere il rispetto bisogna che il prezzo da pagare sia alto, in modo che faccia da deterrente».

Resta da capire l’aspetto tecnico. Se la Regione possa legiferare in materia o sia una competenza esclusivamente dello Stato. «Se possiamo legiferare in merito o trovare misure per intervenire in questo settore, lo faremo di sicuro  – conclude -. Continuiamo con le campagne di informazione, come stiamo facendo per il pericolo di incendi e la richiesta di non sprecare l’acqua. Ma forse, oltre manifesti e brochure, serve qualcosa di più».

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