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Autonomia differenziata, il consiglio regionale vuole il referendum abrogativo. Alessandra Todde: «Sono orgogliosa»

di Salvatore Santoni
Autonomia differenziata, il consiglio regionale vuole il referendum abrogativo. Alessandra Todde: «Sono orgogliosa»

Approvate le due mozioni della maggioranza del Campo largo. Ora manca soltanto la Puglia per poter presentare la richiesta e chiamare i cittadini alle urne

17 luglio 2024
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Cagliari Anche il consiglio regionale della Sardegna – dopo Toscana, Campania, Emilia-Romagna e Puglia – chiede il referendum abrogativo della legge sull'autonomia differenziata delle regioni. Nell’aula di via Roma a Cagliari questa sera, mercoledì 17 luglio, sono state approvate due mozioni della maggioranza del Campo Largo: la prima - 34 sì, 16 no e un astenuto - prevede la richiesta di abrogazione parziale della legge, l'altra punta alla richiesta di abrogazione completa, ed è stata approvata con 34 sì, 12 no e 4 astenuti. Con due ordini del giorno sono poi stati individuati i delegati, effettivo e supplente, a presentare la richiesta di referendum: il presidente del consiglio regionale, il dem Piero Comandini, e il vice Giuseppe Frau, esponente della lista civica Uniti per Alessandra Todde. Non sono passate invece due mozioni presentate dall’opposizione.

«Sono orgogliosa che il Consiglio regionale della Sardegna abbia appena approvato la richiesta di referendum abrogativo della legge Calderoli sull’autonomia differenziata – ha commentato la governatrice, Alessandra Todde –. Una norma sbagliata e divisiva che indebolisce la Sardegna, spacca il Paese e aumenta il divario tra le Regioni del Nord e quelle del Sud. Dopo la Campania, l’Emilia Romagna e la Toscana, anche la Sardegna approva i due quesiti referendari: uno per abrogare totalmente la legge proposta dal Governo e l’altro per stabilire che prima di devolvere qualsiasi funzione, vengano definiti e finanziati i Livelli essenziali delle prestazioni per tutto il Paese».

E ancora: «A chi dice che la Sardegna è al sicuro perché è una Regione a statuto speciale, ricordiamo che le risorse vengono anche dalla dimensione nazionale e che, se queste si riducono, saranno di meno anche per la Sardegna, come già è successo. Non accetteremo mai una legge che condanni il popolo sardo all’arretratezza. Col voto di 5 consigli regionali, manca solo la Puglia, sarà dunque possibile chiedere l’indizione del referendum».

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