Il consiglio regionale ricorda la Strage di via D’Amelio a Palermo
Il 19 luglio del 1992 uccisi il giudice Borsellino e la sua scorta. Tra questa anche Emanuela Loi
Cagliari A 32 anni di distanza dalla strage di via D’Amelio a Palermo, il Consiglio regionale ha dedicato una giornata al ricordo di Emanuela Loi, la poliziotta di Sestu che il 19 luglio del 1992, a soli 24 anni, morì insieme al giudice antimafia Paolo Borsellino e ad altri quattro colleghi della scorta: Agostino Catalano, Eddie Walter Cosina, Vincenzo Li Muli e Claudio Traina.
L’incontro è stato aperto dall’attrice bresciana Giulia Loglio che ha interpretato Emanuela Loi tracciandone il percorso personale e professionale che la portò a fare una precisa scelta di vita con l’ingresso in Polizia per la difesa della legalità e la lotta alle ingiustizie. «Il suo sacrificio deve servire da monito per le generazioni future», ha detto il presidente del Consiglio Piero Comandini rivolgendosi ai fratelli di Emanuela Loi, Claudia e Marcello, e ai tanti ragazzi presenti in sala.
Tra loro, una folta delegazione di studenti che partecipa al campus della legalità organizzato dall’Associazione Libera a Gergei, in un sito confiscato alla mafia.
«Nessuno – ha proseguito Comandini - può restare indifferente davanti a qualunque tipo di violenza. La criminalità va combattuta con ogni mezzo. E la mafia si può e si deve sconfiggere. Non con altra violenza, ma con la forza delle istituzioni, con l'impegno civile, con l'educazione alla legalità». Il presidente Comandini ha ringraziato “i servitori dello Stato” presenti alla cerimonia: i Prefetti e i Questori di Cagliari, Sassari, Nuoro e Oristano, il comandante del Caip di Abbasanta e il rappresentante del Governo in Sardegna.
«Emanuela è stata un esempio di coraggio e dedizione al dovere – ha detto ancora Comandini – per questo abbiamo voluto ricordarla oggi. Gli eroi, vanno ricordati costantemente soprattutto chi sacrifica la propria vita a favore della legalità e della democrazia».
Toccante anche il ricordo della sindaca di Sestu Maria Paola Secci: «Emanuela non era solo una nostra concittadina, era anche una mia parente e una mia coetanea – ha detto Secci – il suo ricordo è sempre vivo ma ciò che più conta è il coinvolgimento in queste occasioni dei giovani. La legalità si impara da piccoli».
All’incontro erano presenti anche due allieve del centro Caip di Abbasanta che hanno deciso di seguire lo stesso percorso di Emanuela Loi. «Alla fine degli studi universitari dovevo scegliere tra la toga e la divisa – ha detto Luisa Deias – ho scelto la divisa. Emanuela è un esempio di coraggio e responsabilità per tutti noi poliziotti». Esempio da seguire anche per Marianna Musone: «Fare il poliziotto significa mettere la propria vita a rischio per salvare quella degli altri – ha detto la giovane allieva del Caip – quando venne ucciso Giovanni Falcone il giudice Borsellino disse di voler continuare la lotta alla mafia per ricordare le vittime di Capaci. Noi continueremo per lui e per Emanuela».
La cerimonia si è conclusa con la lettura di una lettera immaginaria scritta dai ragazzi dell’Istituto Comprensivo di Sestu ad Emanuela Loi e con la proiezione del docufilm: «Io devo continuare» realizzato dal Dipartimento della pubblica Sicurezza con la Società 42° parallelo.