Sanità, è emergenza: Sassari deve gestire i pazienti di Gallura, Nuoro, Ogliastra e Oristano
Urgenze affidate a un’unica struttura dopo le chiusure dei reparti nell’isola
Sassari Le porte scorrevoli tra viale Italia e viale San Pietro si aprono e si chiudono di continuo. Per i pazienti che arrivano dal resto della città. Per quelli che vengono trasportati dall’hinterland e dal resto della Provincia. Per le emergenze che arrivano da Olbia o da Nuoro. Ancora, per i soccorsi in elicottero che atterrano al Santissima Annunziata direttamente dall’Ogliastra o addirittura dall’Oristanese.
Il carico Il carico di lavoro per il Dipartimento di emergenza è notevole, così tanto che l’Aou di Sassari si ritrova a essere grande e unico hub del nord e centro Sardegna. Un attimo però: il primato, tra i corridoi dell’ospedale, non viene urlato con presunzione. Anzi, arriva un grido d’allarme. La struttura ospedaliera d’emergenza sassarese – in cui rientrano branche come chirurgia, medicina d’urgenza, terapia intensiva, anestesia e il pronto soccorso – è al servizio di una popolazione molto maggiore rispetto alle possibilità di medici e reparti allo stato attuale. Circa 350mila persone residenti della Provincia di Sassari, 320mila tra Gallura e Nuorese, altri 100mila dalle fette di Ogliastra e Oristanese che spesso e volentieri guardano a nord; oltre al carico da novanta dei flussi turistici di questo periodo.
Le urgenze Poco più di 48 ore fa la direzione dell’ospedale Brotzu di Cagliari alzava la mano denunciando proprio la difficoltà nella cura dei pazienti. Difficoltà acuita dalle chiusure di reparti di primaria importanza nel resto dell’isola.
L’azienda ospedaliera-universitaria di Sassari, dal canto suo, si ritrova baluardo del nord e del centro. In Sardegna esistono tre basi per gli elicotteri Areus, in corrispondenza degli aeroporti, due di queste sono ubicate al nord e va da sé che in periodi di forte richiesta, come ora in estate, accada che gli elicotteri del nord scendano ben oltre i confini delle aziende sanitarie per prendere in carico urgenze che finiscono nelle sale di Sassari.
Reparti in affanno Sì, sembrano i conti della serva, ma dal dipartimento delle emergenze fanno presente che due terzi dei turisti nell’isola affollano le coste da Bosa a ovest fino a Cala Gonone a est, passando per la Costa Smeralda e tutta la fascia a nord. Fascia di competenza dell’ospedale sassarese, l’unico in grado di rispondere di molte urgenze.
«Non c’è dubbio che la pressione antropica sulla sola Aou sia altissima – commenta il direttore del dipartimento di emergenza, Franco Cudoni – anche se non è una novità di adesso, sia chiaro», e di conseguenza nelle patologie internistiche e per le prestazioni ordinarie viene difficile garantire una tempistica celere.
Quando si dice che l’hub di Sassari è baluardo di mezza isola si intendono le soppressioni di reparti vitali, altrove, che costringono gli utenti a fare chilometri e a rivolgersi al Santissima Annunziata e alle cliniche di viale San Pietro. Cudoni, che è anche primario di ortopedia e traumatologia, indica infatti la chiusura del reparto analogo a Nuoro, a cui si è aggiunta quella recente di angiografia. A Oristano manca la reperibilità dell’ortopedia notturna. A Tempio, ortopedia rimane chiusa per le urgenze.
Pronto soccorso Guidato da Paolo Pinna Parpaglia, il pronto soccorso di viale Italia è un via vai continuo di ambulanze e privati. La percentuale è significativa: in rapporto agli ingressi, si registra il 40% di ricoveri. Il doppio rispetto a quella che dovrebbe essere la normalità. «Ma sappiamo che questo è il nostro ruolo, non possiamo chiudere le porte», dicono dalla direzione del dipartimento di emergenza.