I sindaci del Montiferru: «Creiamo un tavolo regionale, la rinascita delle foreste non può pesare sui Comuni»
Loi (Santu Lussurgiu) e Loche (Cuglieri) fanno il punto sui territori coinvolti dall’incendio
Sassari «Si era parlato di un modello Montiferru, bene: diamogli gambe allora». Messi subito al centro di un grande piano di rinascita del territorio, i Comuni della sub-regione del centro-ovest sono alle prese con una riprogrammazione lunga e farraginosa. I ristori alle imprese sono arrivati, i fondi per le opere pubbliche anche, ma il punto è, spiegano gli amministratori locali, che la ripresa del Montiferru non può essere affidata ai pochi impiegati dei piccoli uffici comunali, sovrastati da pile di scartoffie.
«Imprese, privati, hobbisti, chi era oggetto del provvedimento ha ricevuto quanto gli spettava – fotografa la situazione il sindaco di Santu Lussurgiu, Diego Loi –. Ed è stato liquidato quello che era stato chiesto per le opere pubbliche. Seppur con tempistiche lunghe, ora stiamo affidando gli incarichi per l’avvio degli appalti». Opere che riguardano per lo più la viabilità e la tutela dell’emergenza di carattere idrogeologico». Ma il vero elemento che emerge, sostiene Loi, «è la necessità del territorio, e non dei singoli Comuni, di avere un tavolo di pianificazione con la Regione per azioni a medio termine per la valorizzazione della nostra montagna».
Un punto sui mezzi, gli strumenti e le risorse economiche a disposizione: chiede questo il primo cittadino di Santu Lussurgiu. «Abbiamo bisogno di capire cosa fare, per questo occorre un programma di sviluppo e riforestazione. Di questo monte bruciato, per il quale vent’anni fa era nata l’ipotesi di un parco, cosa vogliamo farne?». Subito dopo l’emergenza-incendio, da più parti si era attivata la solidarietà con tante donazioni di alberi da piantare nel territorio centro-ovest, «ma non basta». Oggi, commenta Loi, «guardo quell’area, la stessa che per giorni e giorni osservavo di continuo, e la rivedo verde. Oggi la natura ha già reagito, è forte, ma dobbiamo governare un processo che non può rimanere affidato alla casualità».
«I tempi sono lunghi ma non è una sorpresa, purtroppo», sostiene Andrea Loche, sindaco di Cuglieri. «La vegetazione in gran parte è tornata, si sta riprendendo, anche se è vero che la mancanza di copertura di verde ha determinato, e determina ancora oggi, fenomeni di erosione e allagamenti». La nota dolente, per Loche, è nella filiera legata agli uliveti della zona. «Sapevamo sarebbe stata necessaria una proiezione decennale per rivedere la ripartenza della produzione. Dopo tre anni non è cambiato molto». I ristori dalla Regione nelle casse comunali sono arrivati «e li stiamo gestendo ma non stiamo certo già avviando i lavori, siamo ancora alla progettazione». Tempi lunghi messi in conto, «è una complessità burocratica straordinaria che si aggiunge al lavoro ordinario. Abbiamo avuto oggettive difficoltà nelle procedure, il Comune si è trovato una mole di lavoro impressionante sulle spalle e senza alcun tipo di supporto».
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