La Nuova Sardegna

Cagliari Il Ris da questa mattina, 25 luglio, è al lavoro nella casa di San Sperate in cui vivevano Francesca Deidda con il marito Igor Sollai. Con l’utilizzo del luminol sono alla ricerca di possibile tracce di sangue. La donna era stata trovata la scorsa settimana in un borsone dopo essere scomparsa a maggio.  

Nella giornata di ieri, 24 luglio, i carabinieri del reparto scientifico hanno smontato e portato via i sedili e altre parti della vettura per poi sottoporli alla prova del luminol. Se l’analisi scientifica dovesse trovare dei riscontri, allora la posizione giudiziaria di Igor Sollai si aggraverebbe. L’autotrasportatore di 43 anni di San Sperate, è detenuto nel carcere di Uta dall’8 luglio perché ritenuto dagli inquirenti l’assassino della moglie Francesca Deidda, 42 anni, uccisa presumibilmente il 10 maggio scorso, giorno in cui è scomparsa.

Il Ris ha deciso di analizzare la Yaris Toyota, auto della donna (ma intestata al marito), che l’indagato ha venduto i giorni appresso la scomparsa della moglie – e per cui è accusato di omicidio aggravato e occultamento di cadavere -, dicendo all’acquirente di lavare la vettura subito all’interno e igienizzarla accuratamente. L’auto è sotto sequestro e custodita nei garage del Battaglione carabinieri di piazza San Bartolomeo, dove ha sede il Ris.

Gli specialisti del raggruppamento scientifico dei carabinieri, hanno iniziato di buon’ora gli accertamenti sull’interno dell’auto, conclusi nel pomeriggio. Da quanto trapelato, potrebbero essere state rinvenute delle tracce ematiche nel sedile posteriore. Ora però saranno le successive analisi di laboratorio a stabilire se si tratta di sangue e se il reperto appartiene a Francesca Deidda. Intanto ieri il Tribunale del Riesame ha rigettato l’istanza di scarcerazione e assegnazione ai domiciliari per Igor Sollai, presentata dai suoi avvocati Carlo Demurtas e Laura Pirarba. (l.on)