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Canapa light, emendamento del governo: «In Sardegna a rischio la filiera»

di Luigi Soriga
Canapa light, emendamento del governo: «In Sardegna a rischio la filiera»

Le associazioni: «Non siamo spaventati, la legge violerebbe le norme europee». Isola prima produttrice di canapa sativa: «Ci sono in ballo oltre 200 serre»

01 agosto 2024
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Sassari Per ora niente catastrofismi, ma un po’ di preoccupazione tra gli agricoltori c’è. Infatti sulla cannabis light il governo non torna indietro e il veto resta all’interno del ddl sicurezza Piantedosi. Non solo: l’emendamento che la equipara alla cannabis e dunque a una sostanza stupefacente, passa in commissione e approda nel testo finale del provvedimento che sarà portato in aula.

A rischio un’intera filiera di coltivatori di canapa industriale, si parla di circa 11mila posti di lavoro a livello nazionale. Considerando che la Sardegna è la regione che esporta più canapa sativa, ecco perché l’isola guarda con molta attenzione l’evolversi di questo emendamento.

Parliamo di circa 200 aziende agricole che producono una canapa di qualità eccellente. Un numero di operatore più che dimezzato in tre anni, dopo che le procure sarde hanno marcato strette le serre con massicci controlli e sequestri di merce. Piero Manzaranes è il presidente dell’associazione Sardinia Cannabis, nata nel 2017, conta 200 soci.

«L’emendamento non ci spaventa – dice – siamo appena al primo step, è passato in commissione ma non è detto che poi venga approvato quando approderà al vaglio delle Camere. All’interno del pacchetto ci sono tante questioni spinose che non è detto vengano votate, e l’emendamento deve essere approvato nel suo insieme, non articolo per articolo. E anche per quanto riguarda la parte che riguarda la cannabis light, sappiamo bene che andrebbe contro le normative europee sulla libera concorrenza e sulla libero commercio delle merci. I produttori italiani verrebbero discriminati rispetto a quelli spagnoli o francesi, che potrebbero tranquillamente vendere la loro merce in Italia. Quella della Lega e di Fdi è una battaglia che non ha senso: vorrebbe tagliare le gambe a un business florido, a migliaia di aziende agricole, con il miraggio di rafforzare non si capisce quale sicurezza. La canapa sativa ha valori di thc bassissimi e non produce alterazioni, e in ogni caso nessuno vieta a chi ne vuol fare uso di acquistarla online dai produttori esteri».

La Sardinia Cannabis, assieme ad altre associazioni, hanno avviato una causa legale con quattro ministeri anche per la questione delle infiorescenze. «Abbiamo fatto ricorso al Tar chiedendo ai Ministeri di spiegare i motivi per il quale il fiore della canapa viene ritenuto pericoloso e non può dunque essere lavorato e venduto. Non potendo attaccarsi alla sostanza thc, presente in percentuale irrilevante nelle piante selezionate in serra, allora hanno puntato il dito sul cbd, che in tutta Europa, tranne che in Italia, viene considerata una sostanza curativa. Naturalmente i ministeri non sono riusciti a dimostrare la pericolosità del chd, perché non esista un solo studio che certifichi degli effetti psicotici su chi lo assume. Al momento il contenzioso è al vaglio del Consiglio di Stato, ma il Governo sa bene di non avere alcuno strumento per osteggiare legalmente la produzione e la vendita della canapa sativa».

Quindi, secondo le associazioni, ecco che Lega e Fdi hanno giocato il jolly dell’emendamento al ddl sicurezza. Una carta però che, a detta degli operatori, non porterà alcun risultato.

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