La Nuova Sardegna

La polemica

Caro spiaggia, Francesco Gambella: «A Porto Rotondo e Porto Cervo prezzi fermi da quattro anni»

di Serena Lullia
Caro spiaggia, Francesco Gambella: «A Porto Rotondo e Porto Cervo prezzi fermi da quattro anni»

Il segretario del sindacato Itb contro Federconsumatori: «Basta con questi attacchi gratuiti ai balneari. Siamo lavoratori e paghiamo le tasse»

02 agosto 2024
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Sassari La spiaggia diventa il rovente campo di battaglia dell’estate tra Federconsumatori e Itb, il sindacato dei balneari. A scatenare lo scontro, i dati sugli aumenti del costo di ombrelloni e sdraio diffusi da Federconsumatori. Secondo l’associazione guidata in Sardegna da Michele Carrus il caro spiaggia viaggia sul 7% contro la media nazionale del 5%. Con punte del 25% di rialzi a Porto Rotondo. «Falso – replica il numero uno di Itb Italia per la Sardegna Francesco Gambella –. Molti dei nostri soci hanno attività a Porto Rotondo e Porto Cervo. E posso dire con certezza che i prezzi sono fermi da quattro anni».

Gambella contesta poi la veridicità dei dati forniti da Federconsumatori. «Per stabilire se ci siano stati degli aumenti oppure no Federconsumatori dovrebbe avere chiesto ai diretti interessati i prezzi, ma nessuno di noi, me compreso, è mai stato contattato – spiega Gambella –. I prezzi, va poi chiarito, vengono stabiliti in base ai servizi offerti, sono esposti come prevede la legge e ripeto, non hanno subito aumenti. A differenza del canone demaniale che due anni fa è stato aumentato del 25%».

Il segretario dei balneari ci tiene poi a precisare che sulla stessa spiaggia ci può essere una forbice di prezzo variabile. Come nel caso del golfo di Marinella in cui convivono concessioni “popolari” e servizi chic. In alta stagione una famiglia con due bambini per un ombrellone e due lettini paga da 40 a 60 euro in base alla fila. «Fino a 320 euro – spiega –. La differenza la fa il tipo di servizio offerto. Un ventaglio di possibilità differenti in base al portafoglio di ogni turista. A Porto Rotondo ci sono spiagge che per il 90% sono utilizzate da chi ha casa nel borgo e ha possibilità economiche sicuramente elevate, rispetto magari a chi ha uno stipendio medio. Ma posso dire che, almeno per quanto riguarda la mia concessione, non ho mai mandato via nessuno e sono sempre andato incontro a chi aveva qualche difficoltà».

Gambella non solo contesta nel merito i dati forniti da Federconsumatori. Ritiene che cifre non veritiere come quelle non facciano altro che trasformare i balneari in obiettivi su cui sparare. «Si continua ad attaccare noi balneari gratuitamente, come se fossimo brutti e cattivi – sottolinea –. Negli ultimi anni siamo diventati più odiati dei politici, ed è tutto dire. Ma siamo solo delle persone che lavorano, dalle 7 del mattino alle 20,30 tutti i giorni d’estate, paghiamo le tasse e va ricordato che i nostri servizi sono tassati al 43% a cui si aggiunge il 22 % di Iva. Offriamo il servizio di salvamento, che paghiamo di tasca, e che ovviamente mettiamo a disposizione di tutti i bagnanti della spiaggia, non solo di quelli che da noi hanno preso l’ombrellone. Se qualcuno sta annegando, di certo prima di salvarlo prima non gli chiediamo lo scontrino. Mistificare la realtà come ha fatto Federconsumatori fornendo dati non veritieri fa male alla categoria, cioè a degli onesti lavoratori. Che fanno un lavoro che merita lo stesso rispetto degli altri».

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