La Nuova Sardegna

Le storie a metà

L’isola del “non finito”, a Nuoro mai completato il monumento dedicato al poeta Sebastiano Satta

di Alessandro Mele
L’isola del “non finito”, a Nuoro mai completato il monumento dedicato al poeta Sebastiano Satta

Mancano ancora tutti i complementi che adornavano la scultura nella sua forma originaria, tra i quali proprio il busto del poeta

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Nuoro Nel cuore culturale dell’isola, c’è chi fa sfregio dei nomi illustri dell’Atene sarda. È l’annoso caso del monumento, collocato sul colle di Sant’Onofrio, dedicato all’avvocato e poeta Sebastiano Satta, scolpito dal grande Francesco Ciusa. L’artista consacratosi alla Biennale di Venezia del 1907 è tutt’oggi considerato la massima espressione nel panorama della scultura sarda. L’opera dedicata al vate, inaugurata nel 1934, è da sempre stata protagonista di una storia controversa fatta di smembramenti e atti vandalici che la hanno portata alla sua attuale scheletrica versione. Oggi, infatti, aldilà della stele, mancano ancora tutti i complementi che la adornavano nella sua forma originaria, tra i quali, proprio il busto del poeta. Tanti sono stati, negli anni, i progetti proposti per il recupero della scultura mai però completati.

Nel parco di Sant’Onofrio, meta di tanti visitatori, quel monumento dovrebbe essere il fiore all’occhiello, ma resta monco e deturpato, in maniera quasi ciclica, da scritte e disegni realizzati con la vernice spray. La situazione nella quale continua a versare l’opera, inaugurata a vent’anni dalla morte di Satta, resta la vergogna di Nuoro e dei nuoresi che a più riprese ne hanno chiesto il ripristino e la tutela. Negli anni alcune sue parti sono state addirittura trafugate e l’opera ha subito una vera e propria violenza fin dalla sua installazione. A tutt’oggi, infatti, mancano all’appello sia “la madre”, che stava sulla sommità della statua, sia “il cane”, che invece stava sul basamento, vicino al “gregge” di pecore al pascolo. Quella scultura è maledetta dalla storia. Ciusa, infatti, propose all’amministrazione comunale di dedicare un monumento al vate subito dopo la sua morte. La proposta fu bocciata dall’assemblea civica e ci vollero due decenni prima di realizzarla per davvero.

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