La protesta delle concessioni: ombrelloni chiusi il 9 agosto
Accuse al governo Meloni. Anche nell’isola venerdì gli stabilimenti balneari potrebbero rimanere chiusi fino alle 11 del mattino per sciopero, annunciato dalle sigle Sib e Fib
Sassari Il 9 agosto potrebbe essere una buona idea sfoderare l’ombrellone e i teli da mare. Oppure, programmare una gita al mare nelle ore più calde della giornata. Gli stabilimenti balneari, infatti, potrebbero essere chiusi fino alle 11 del mattino.
Il motivo è lo sciopero annunciato da Sib e Fib, rispettivamente il Sindacato italiano balneari e la Federazione italiana balneari. La rivendicazione diffusa dagli iscritti è chiara: «Se il governo e il parlamento vanno in ferie senza approvare una legge che tuteli la balneazione italiana attrezzata, noi chiuderemo gli ombrelloni».
I balneari, poi, aggiungono di aver raggiunto il massimo della sopportazione: «Dopo 14 anni di rinvii e due anni di chiacchiere...basta». Nonostante la premura di mettere in atto una protesta prima che la politica italiana chiuda per ferie, i balneari si rivolgono ai clienti sottolineando i possibili disservizi che potrebbero rovinare le vacanze dei loro ospiti: «Manifesteremo il nostro dissenso in forme e con modalità che possano arrecare ai nostri ospiti il minor disagio possibile».
Le ragioni della protesta Come hanno ricordato loro stessi, l’agitazione del mondo delle spiagge organizzate è solo l’ultimo atto di un discorso lunghissimo che nasce dal mancato rinnovo delle concessioni e dalle successive promesse mancate da parte dell’attuale maggioranza in Parlamento.
I balneari, infatti, se la prendono con la premier Giorgia Meloni e con il suo partito. Quelli di Fratelli d’Italia, all’epoca del governo Draghi, furono gli unici a votare contro la legge sulla concorrenza del 2021, che ha imposto la scadenza delle concessioni il 31 dicembre del 2023, poi prorogate.
Le aspettative, con Meloni al governo e Fdi primo partito, erano altissime. I balneari attendevano una soluzione che, però, non è mai arrivata. E così la legge sulla concorrenza mai “contestata” ha innescato gli effetti temuti dal mondo dei balneari: la gestione delle spiagge verrà assegnata a chi vincerà le gare pubbliche, con il rischio, per i balneari, che le grandi catene subentrino anche alle gestioni familiari.