La Nuova Sardegna

Natura

Retini e secchielli mettono a rischio le specie tra gli scogli

di Federico Spano
Retini e secchielli mettono a rischio le specie tra gli scogli

Patelle in via d’estinzione e stelle marine fragili

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Sassari Avventurarsi con retino e secchiello tra gli scogli, alla ricerca di piccoli pesci, molluschi o crostacei da catturare, per moltissimi bambini è il primo approccio con il mondo del mare e delle tantissime specie che lo popolano. Quella che è una attività ludica diffusissima e amata, se non fatta in modo consapevole, sotto la guida di adulti, può però rivelarsi una pratica molto dannosa per i piccoli esseri che popolano le acque tra gli scogli, nella linea di costa delimitata dalla bassa e l’alta marea.

Le cosiddette pozze di scogliera sono piccoli mondi meravigliosi, acquari a cielo aperto che ospitano anche decine di specie, sia animali sia vegetali. La tentazione di prelevare questi animaletti è fortissima, ma è altrettanto importante ricordarsi di liberarli subito, possibilmente nello stesso punto dal quale sono stati prelevati. «Liberare un granchio ballerino lontano dagli scogli dove vive significa esporlo ai predatori - spiega il professor Marco Casu, docente di Zoologia del dipartimento di Medicina Veterinaria dell’università di Sassari -. Anche tenere bavose o granchi dentro un secchiello, può rivelarsi fatale. La temperatura dell’acqua può infatti aumentare considerevolmente e se il pesce non muore nel secchiello, può morire pochi minuti dopo essere stato liberato, per via dello choc termico. Per questo l’indicazione è, nel caso si voglia osservare il piccolo animale, di ricambiare spesso l’acqua. Il consiglio non è di vietare ai bambini di pescare questi animali, ma di farlo liberandoli subito, magari dopo una bella foto ricordo. Ci sono però specie che non vanno mai portate fuori dall’acqua, come le stelle marine. Nel sistema acquifero che hanno per muoversi, infatti, può penetrare aria, impedendo loro di deambulare e condannandole a morte certa». Le pozze di scogliera spesso si trovano nella fascia mesolitorale, quella parte di costa che si scopre con la bassa marea. In questa zona vivono tantissime specie di animali, dai molluschi ai crostacei, dai pesci alle attinie e ai policheti. Nelle coste della Sardegna in queste pozze di scogliera possiamo trovare facilmente queste specie: i molluschi gasteropodi come la Monodonta turbinata, le gibbula e i bocconi di mare, i granchi ballerini (Pachygrapsus marmoratus), diverse specie di bavose, tra cui la bavosa galletto, che si nutre dei denti di cane, i gamberetti trasparenti Palaemon serratus, le patelle, piccoli ricci di mare, i pomodori di mare, stelle marine, i simpatici paguri, che sono una specie di granchi col corpo molle e asimmetrico che occupano i gusci dei gasteropodi morti.

«Tra le patelle che vivono nel mesolitorale - conclude il professor Casu - c’è una specie a rischio nell’isola. Si tratta della Patella ferruginea, una specie protetta sulla quale c’è un divieto assoluto di raccolta. Ma in pochi sanno riconoscerla, e quindi spesso viene pescata, rendendo ancora più complicata la sua sopravvivenza».

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