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Trekking sicuro

Soccorso alpino, in un anno salvate 124 persone in Sardegna

di Andrea Massidda
Soccorso alpino, in un anno salvate 124 persone in Sardegna

Nell’isola al lavoro 251 uomini e donne altamente specializzati nei salvataggi speciali, a disposizione 24 ore su 24 per 365 giorni all’anno

22 agosto 2024
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Cagliari L’ultimissimo, provvidenziale intervento risale a ieri sera, 21 agosto, quando un uomo che si era perso nel sentiero che da Cala Fuili conduce a Cala Luna è stato rintracciato e salvato insieme ai suoi due figli di 10 e 15 anni.

Mentre appena tre giorni prima un altro turista di nazionalità tedesca era stato ritrovato all’alba nel canyon di Gorropu mentre era in grosse difficoltà su una cengia, ossia su una di quelle sporgenze pianeggianti che interrompono le pareti rocciose.

A soccorrerlo, dopo che la moglie terrorizzata aveva dato l’allarme, erano stati i vigili del fuoco della sede centrale di Nuoro e del distaccamento di Tortolì coadiuvati dagli specialisti di Sistemi aeromobili a pilotaggio remoto (Sapr) con droni e unità cinofile. E poi, manco a dirlo, dagli immancabili esperti del Sass, acronimo che sta per Soccorso alpino e speleologico Sardegna. In pratica gli angeli custodi di escursionisti, arrampicatori, torrentisti ed esploratori di grotte che si avventurano nei luoghi più affascinanti della Sardegna troppo spesso mettendo da parte il buonsenso.

Ma cos’è esattamente il Sass? Qual è il suo compito istituzionale? Quando entra in azione? E, soprattutto, quanti e quali tipi di interventi fa? Meglio andare per ordine.

Il Corpo Il Soccorso alpino e speleologico della Sardegna è un’articolazione regionale del Cnsas (Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico) e svolge un servizio di pubblica utilità assolvendo ai compiti istituzionali assegnatigli da specifiche leggi. Nell’isola, in particolare, si tratta di 251 uomini e donne altamente specializzati nei salvataggi speciali. Persone a disposizione 24 ore su 24 e per 365 giorni all’anno su tutto il territorio regionale, su ogni tipo di terreno e in qualsiasi condizione, con personale a terra o elitrasportato. Tutti gli operatori del Sass operatori sono in possesso di qualifiche rilasciate dalle Scuole nazionali e regionali Cnsas.

La struttura regionale In Sardegna, il servizio è strutturato in una Delegazione alpina con stazioni a Sassari, Cagliari, nel Medio Campidano, a Nuoro e in Ogliastra. Più la cosiddetta Zona di soccorso speleologica operante in ambiente ipogeo attraverso le stazioni di Sassari, Cagliari, Iglesias e Nuoro. Grazie a una convenzione con l’Areus (Azienda regionale di emergenza-urgenza della Sardegna), il Sass è inoltre parte attiva del servizio di Elisoccorso Hems (Helicopter emergency medical service) del Sistema sanitario regionale. In altre parole, a bordo degli elicotteri il tecnico di elisoccorso del Cnsas Sardegna è terzo componente dell’equipe, insieme al medico e all’infermiere. Una figura molto importante, dunque.

I numeri Relativamente agli interventi effettuati, gli ultimi dati definitivi disponibili risalgono al 2023. E sono dati con numeri importanti. Si pensi che nell’anno in questione i tecnici delle stazioni alpine e speleologiche – e su attivazione del 118, prefetture, forze dell’ordine o su chiamata diretta – hanno portato in salvo ben 124 persone nel corso di 104 missioni, 71 delle quali specifiche, cioè portate a termine in ambiente impervio in collaborazione con il servizio di elisoccorso.

Cause degli incidenti Particolarmente curiosi sono i dati sulle cause degli incidenti: nel 27,4 per cento dei casi si è trattato di una caduta, nel 16,9 % di perdita di orientamento e nel 12,9 % di un malore improvviso. Le persone soccorse? Nel 50 ,8 per cento dei casi facevano escursionismo, ma in classifica appare anche chi faceva attività speleologica, arrampicata sportiva, caccia, ricerca di funghi e gite in mountain bike.

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