La Nuova Sardegna

Siccità

Il sistema idrico dell’isola perde altri 110 milioni di metri cubi: tutti i numeri dell’ultimo bollettino invasi

di Salvatore Santoni
Il sistema idrico dell’isola perde altri 110 milioni di metri cubi: tutti i numeri dell’ultimo bollettino invasi

L’asticella dell’acqua disponibile è scesa al 44%: gli acquazzoni agostani hanno aiutato a rimpinguare alcuni bacini ma nella maggior parte il livello continua inesorabilmente a scendere giorno dopo giorno

02 settembre 2024
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Sassari Altri 110 milioni di metri cubi in meno nei bacini dell’isola. È questa, in estrema sintesi, il dato principale contenuto nell’ultimo bollettino invasi pubblicato dalla direzione generale dell’Agenzia regionale del distretto idrografico della Sardegna, che ha fissato la nuova asticella dell’acqua disponibile a poco più di 800 milioni di metri cubi, pari al 44% del volume potenziale.

Il report, che si basa sui dati raccolti a fine agosto, mette insieme la contabilità dell’acqua stipata nei bacini artificiali del sistema idrico regionale, prendendo in considerazione “entrate” e “uscite”. Molti invasi dell’isola, infatti, hanno goduto delle piogge localizzate riuscendo a incrementare le scorte rispetto al mese precedente. Ma molti altri, invece, sono crollati arrivando a numeri a un passo dal “bollino rosso”, cioè il livello di emergenza. Proprio su questo stato si trova, ormai da qualche mese, il sistema idrico dell’Alto Cixerri, formato dagli invasi Punta Gennarta e Medau Zirimilis. La somma delle loro acqua arriva a 1,37 milioni di metri cubi, pari al 7,28% della capienza totale: una situazione drammatica che si aggrava di giorno in giorno.

A seguire una sfilza di invasi marchiati di arancione, cioè il livello di pericolo. Tra questi c’è anche il sistema dell’Ogliastra, formato dagli invasi di Bau Muggeris (Flumendosa) e Santa Lucia. Insieme sommano 13,84 milioni di metri cubi, pari al 23,17% di volume autorizzato. In questo caso, l’indicatore di stato simulato, un coefficiente che viene assegnato per stabilire i puntatori di allerta, è sceso a 0,15, restano a livello di pericolo ma a un passo a quello di emergenza. Più o meno stessa situazione del sistema Posada, dove l’invaso di Maccheronis è fermo a 0,17.

Nel suo complesso, il sistema idrico dell’isola è sceso ben al di sotto del 50% di volume utile. Il bollettino, infatti, dice che attualmente nell’isola c’è acqua a disposizione pari al 44,15% del volume utile. Che tradotto in metri cubi diventano circa 805 milioni. Quest’acqua, però, non è distribuita in maniera omogenea sul territorio. Il sistema del Sulcis Iglesiente, infatti, può contare su appena 20 milioni di metri cubi; quello del Tirso su 341 milioni; il Coghinas-Mannu-Temo su circa 155 milioni; il Liscia su 60 milioni; Posada-Cedrino su 9,59 milioni; il sistema Sud orientale su circa 13,8 milioni; il Flumendosa-Campidano-Cixerri su 204 milioni.

Entrando in profondità nei numeri di ogni singolo invaso, poi, si scopre che alcuni sono molto più a secco di altri. Ma qualcuno è riuscito a incrementare le scorte grazie agli acquazzoni agostani che, evidentemente, non hanno portato benefici soltanto in termini di frescura ma hanno fatto piovere un tesoretto di acqua in zone che ne avevano estrema necessità.

Tra gli invasi che si sono svuotati in maniera importate ci sono Monte Pranu, nel Sulcis Iglesiente, che in un mese ha perso oltre 2,6 milioni di metri cubi, passando al 38,6%; Gusana circa 14 milioni (37,09%); Omodeo (Tirso e Cantoniera) circa 33 milioni (68,26%); Muzzone (Coghinas) 7 milioni (49,96%); Monteleone Rocca Doria circa 7,6 milioni (18,16%); Maccheronis (Posada) 1,64 milioni (23,4%).

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