La Nuova Sardegna

Agricoltura

Confagricoltura e Coldiretti: «Ridurre gli sprechi per battere la crisi idrica»

di Andrea Sini
Confagricoltura e Coldiretti: «Ridurre gli sprechi per battere la crisi idrica»

Le proposte delle associazioni di categoria: «Occorre ragionare su una gestione delle produzioni agricole che tenga conto di un uso più razionale dell’acqua»

05 settembre 2024
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Sassari «L’agricoltura di domani deve ragionare su nuovi meccanismi di adattamento delle specie, ma non può prescindere da interventi immediati per razionalizzare l’utilizzo dell’acqua». La siccità e le temperature da record mordono le campagne, inaridiscono la terra e indeboliscono le colture. Il mondo che ruota intorno alle campagne macina prodotti di qualità e riconoscimenti internazionali, ma il trend meteorologico a livello mondiale rischia di mettere in ginocchio in pochi anni tutta la filiera. L’intero comparto, non a caso, ha iniziato da tempo a guardare avanti. «Occorre ragionare su una gestione delle produzioni agricole che tenga conto di un uso più razionale dell’acqua – dice Giambattista Monne, direttore regionale di Confagricoltura –. È fondamentale quindi ridurre gli sprechi lungo le condotte, oggi superiori al 50%, e promuovere un utilizzo intelligente della risorsa nelle attività di irrigazione, valutando volta per volta le reali necessità colturali. Inoltre, dobbiamo sollecitare la ricerca sui meccanismi di adattamento delle specie agricole, affinché siano più resistenti e capaci di assicurare i raccolti anche in condizioni di notevole difficoltà».

Per fare questo serve comunque, come fa notare l’esponente di Confagricoltura, il coinvolgimento delle istituzioni. «Questo è un ragionamento che la Regione deve accompagnare con l’apertura di un tavolo permanente che chiediamo da anni – sottolinea Monne –, dove confrontarci con istituzioni e mondo della ricerca locale e internazionale, affinché si migliori lo scambio di conoscenze e buone pratiche sulla crisi climatica in corso. Uno scambio non più rimandabile se vogliamo continuare a coltivare i nostri campi e assicurare una mitigazione del rischio incendi e idrogeologico».

Sul fronte Coldiretti Sardegna, la posizione rispetto al futuro è molto simile. «Già da tempo abbiamo aperto un dialogo con l’università di Sassari per iniziare a ragionare di nuove colture – spiega Luca Saba, direttore regionale di Coldiretti –. Il professor Roggero sostiene che per contrastare e sopravvivere al cambiamento climatico già avvenuto ci sono due strade obbligate: il cambiamento di colture, scegliendone di più adattabili ai climi sub-tropicali, e l’ottimizzazione del risparmio idrico. Stiamo assistendo da tempo al mutamento dei fenomeni meteorologici: la pioggia ormai è rara, localizzata e intensa. Occorre dunque completare la interconnessione tra i bacini, insieme al miglioramento delle reti idriche. Anche perché non tutte le zone della Sardegna hanno lo stesso clima, né soffrono lo stesso livello di emergenza idrica. Allo stato attuale è evidente che la zona orientale che va dalla bassa Gallura al Sarrabus soffre di più».

Saba torna poi sul tema degli sprechi. «I dati sono chiari, il 53% dell’acqua lo perdiamo nella rete. Questo significa che se non perdessimo qualche centinaio di milioni di metri cubi, potremmo comunque fare agricoltura senza particolari problemi in molte zone della Sardegna. È chiaro che oltre a nuove colture si deve anche ragionare su nuovi metodi. Penso a sistemi di micro-irrigazione o a sistemi che si ispirino a quanto viene fatto in Israele. Sicuramente dovremo adattarci al cambiamento, ma per i prossimi anni bisognerà necessariamente sprecare meno acqua. Noi reclamiamo un grande investimento da parte della Regione da programmare per i prossimi 15 anni, tra condotte e nuovi bacini. Il massimo sarebbe stato farlo entrare nel Pnrr, ma si può comunque fare. Ogni litro d’acqua è prezioso, quindi va utilizzato bene e conservato altrettanto bene. Senza dimenticare – conclude Saba – che la crisi c’è già oggi e stiamo ancora aspettando che la regione dichiari lo stato di calamità per favorire ristori e voucher per l’acquisto di foraggio».

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