La Nuova Sardegna

Il primo a rientrare

Il medico Mimmo Licandro: «Torno dai miei pazienti, ma non sono un benefattore»

di Ilenia Mura
Il medico Mimmo Licandro: «Torno dai miei pazienti, ma non sono un benefattore»

Dopo 4 anni in pensione ha ripreso servizio ad Arborea

14 settembre 2024
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Arborea «Sono il primo, è vero, ma non per questo sono il migliore. So che ci sono altre sette medici pronti a seguirmi. Non siamo crumiri, semplicemente amiamo il nostro lavoro». Fin da bambino ad Arborea, algherese solo di nascita, queste parole, Mimmo Licandro, 74 anni, in pensione da quattro, le pronuncia con la luce negli occhi, azzurri, che brillano come fosse un bimbo che ha appena ricevuto la più bella notizia del mondo: «Sono un medico che ama da sempre il suo lavoro, amo i miei pazienti e non sono affatto un crumiro, come qualche collega ha voluto scrivere un mese fa, in un lungo post sui social, accusando i medici che avevano manifestato la voglia di rientrare in servizio, di ostacolare le battaglie della categoria».

Dunque, sorride: «Spero che tanti altri medici facciano quello che ho fatto io». L’esordio, 13 settembre 2024, nell’ambulatorio straordinario di comunità territoriale di Arborea, 3700 abitanti, la maggior parte discendenti dei coloni veneti che popolarono il fu “Villaggio Mussolini”, prima città di fondazione fascista, inaugurata nel 1928. Il dottor Mimmo Licandro, ma questo si era capito, è il primo medico in pensione in Sardegna ad aderire a un progetto aziendale di assistenza primaria dotato di ricettario grazie alla recente legge regionale numero 12, che consente anche ai medici in quiescenza di utilizzare il ricettario rosso per la prescrizione ai pazienti di visite specialistiche, esami diagnostici e farmaci sino al prossimo 31 dicembre 2024: «Sto cominciando a lavorare, in accordo con la Asl 5, per due giorni a settimana. Il venerdì mattina in ambulatorio, mercoledì pomeriggio faccio le visite domiciliari».

Nell’ambulatorio di via De Gasperi, alle 8 spaccate di ieri mattina, c’era già la fila di pazienti arrivati apposta per lui: «E chi se lo aspettava, sono commosso, pare ci sia stato un passaparola nel cuore della notte», sorride sempre Licandro mentre fa entrare il suo ottavo paziente. «Siamo felici che sia tornato», rispondono in coro nella piccola sala dell’Ascot dove le sedie sono tutte occupate. «Lo ha fatto per noi, ci ha visto in difficoltà, il suo è un gesto bellissimo», esordisce Nicoletta Boassa, in fila col marito di origine veneta, Gianni Capraro, che attende impaziente il suo turno per la prima visita col suo medico (in pensione) che torna per un’emergenza sanitaria che sta provocando disagi soprattutto nella vicina Terralba, sei mila persone che fanno riferimento agli Ascot: «Da quando non ci sono più medici, gli abitanti sono costretti a mettersi in fila dalle 4 del mattino anche per fare una ricetta, ho visto un video con più di cinquanta persone in attesa», racconta Capraro, che una volta entrato dal medico lo ringrazia per essere tornato nuovamente in servizio. «Dottore, sono contento», gli dice stringendogli la mano. Poi si gira verso gli altri compaesani, quasi tutti allevatori, prende a braccetto la moglie, di origine sarda, e guadagna l’uscita con la sua ricetta in mano.

Giancarlo Cinghialta, anche lui figlio di allevatori veneti è d’accordo con chi ieri ha gremito la sala d’attesa: «Il medico Licandro è la nostra salvezza. Siamo tutti grati per quello che ha fatto». «Ma io non sono un benefattore», spiega Licandro: «La soddisfazione maggiore è vedere la contentezza nelle persone. Quindi – aggiunge – continuo a fare il mio lavoro, spero bene. Conosco benissimo la realtà di Arborea e sono contento così». Andato in pensione più di quattro anni fa, quando ha detto alla moglie che avrebbe ripreso a firmare le ricette rosse, lei gli ha dato la benedizione: «Lei è felice, perché mi vede felice. Quando sono andato in pensione sono stato malissimo, fosse stato per me non avrei mai smesso. Sento di avere l’energia che avevo prima dei 70 anni e ho tanto entusiasmo. Mi sono emozionato, tantissimo, quando l’altro giorno mi hanno consegnato i ricettari rosa. Forse è stata un’emozione ancor più grande di quando me li consegnarono per la prima volta». La prima ricetta da (ex) pensionato? «Per un uomo. Quando i pazienti hanno saputo del mio rientro erano tutti contenti, forse più di me»

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