La Nuova Sardegna

Cinema

Il cda uscente della Film commission: «Todde e Portas non ci hanno ascoltati, la Fondazione è a rischio»

di Paolo Ardovino
Il cda uscente della Film commission: «Todde e Portas non ci hanno ascoltati, la Fondazione è a rischio»

I tre consiglieri attaccano l’ex direttrice Satta: «A lei riconducibile il bilancio negativo per 1,3 milioni» e l’attuale Giunta: «Nessun contributo per salvare il comparto cinematografico»

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Sassari Sullo schermo the show must go on ma dietro le quinte è il caos. Dal cda uscente della Fondazione Sardegna film commission, tre consiglieri di amministrazione Michela Pirrigheddu, Giorgio Ariu ed Elisabetta Mocci si tolgono qualche sassolino dalla scarpa. Il consiglio è stato rinnovato lo scorso luglio, ma adesso, a 24 ore da quella che sarebbe stata la scadenza formale del precedente mandato, arriva un comunicato che lascia poco alle interpretazioni.

Il cda uscente attacca entrambi i fronti, l’ormai ex direttrice Nevina Satta alla cui gestione viene ricondotto il milione 300mila euro di rosso dell’ultimo bilancio, quello del 2023; ma i fendenti sono anche per l’attuale governo regionale, reo di aver escluso la Film commission dagli ultimi contributi. 

«Siamo stati nominati dal Governo di centro destra (per gli appassionati della politica, nominati dal centro “moroteo”), e ne siamo fieri, ma, consci dell’importante incarico istituzionale ricevuto, mai siamo stati di parte», esordiscono i tre consiglieri, che menzionano meriti  – dall’assunzione dell’incarico nel 2019 – nell’ambito della ripresa delle produzioni dopo l’emergenza Covid e film sardi portati a concorrere ai festival di Roma, Torino, Bari e Venezia («spesso ottenendo riconoscimenti e premi»). Oltre a percorsi di stabilizzazione del personale precario avviati e conclusi secondo il decreto Madia.

Il cda uscente, dunque chiama in causa Nevina Satta. L’ex direttrice era finita nell’occhio del ciclone a maggio 2024 per l’esposto in Procura di Cagliari e alla Corte dei conti presentato proprio da Michela Pirrigheddu, allora vice presidente della Sardegna film commission. A Satta veniva imputato un buco milionario dalle casse della fondazione per ammanchi derivanti da fatture, contributi non erogati, rimborsi e note spese personali. «Gli scorsi giorni abbiamo approvato il bilancio consuntivo che evidenzia, per l’anno 2023, una perdita di 1.300.000,00: perdita – lo sottolineiamo – riconducibile alla precedente direzione. Non entriamo nel merito del perché si sia creato questo buco: spetterà ad altri soggetti valutare se chi dirigeva la Film Commission ha operato secondo il criterio del “buon padre di famiglia”, se si sia operato consapevoli che la Fondazione Sardegna Film Commission gestisce denari pubblici e, infine, se l’organo deputato a controllare i conti nella Fondazione, li abbia controllati».

Alla luce di un caso denunciato mesi fa, i consiglieri avrebbero voluto un confronto con presidente della Regione, Alessandra Todde, e assessora competente, Ilaria Portas, («e invece, l’attuale governo di centro sinistra [...] ha cercato di commissariare il cda della Fondazione, facendo prevalere la logica degli interessi di parte alla promozione e difesa del comparto cinematografico». Il nuovo consiglio nominato a luglio è composto da Giuseppina Sanna, Cristian Mereu, Giulia Simi, Maria Rossana RubiuGiuliana Altea.

A questo punto, gli ex della Film commission lamentano: «Il governo di centro sinistra, pur avendo, con la manovra di Agosto 2024 una cospicua somma da programmare (superiore ai 500 milioni di euro), non abbia trovato le risorse da destinare a coprire il buco presente nel bilancio della Fondazione Sardegna film Commission». La delibera con cui è stato nominato il nuovo cda viene definita «incomprensibile» e l’augurio è che «il Consiglio regionale voglia destinare un contributo straordinario destinato alla copertura della acclarata perdita di bilancio, ricordando che l’eventuale mancata copertura [...] potrebbe generare gravi danni al comparto e al futuro stesso della medesima Fondazione».

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