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Bastianino Mossa: «Così il film “Island for rent” porta la lingua sarda nel mondo»


	Una scena tratta dal film "Island for rent"
Una scena tratta dal film "Island for rent"

Il presidente della Fasi, la Federazione dei circoli degli emigrati, alla chiusura dell’undicesima rassegna cinematografica “Visioni sarde”

05 ottobre 2024
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Roma «Con il cortometraggio “Island for rent” parte il viaggio della lingua sarda nel mondo». Bastianino Mossa lo dice a chiare lettere: «Il cinema rappresenta un veicolo formidabile per far conoscere nel mondo la Sardegna e le sue eccellenze». Così il presidente della Fasi, la Federazione delle associazioni sarde in Italia, dopo la chiusura dell’undicesima edizione di “Visioni sarde”, lo scorso 27 settembre al cinema Farnese di Roma.

Il film “Island for rent” di Elio Turno Arthemalle e Salvatore Cubeddu ha vinto sia il primo premio assoluto sia il premio “Cinema in limba”.

«L’aspetto culturale e identitario di Visioni sarde, e nello specifico del premio dedicato al cinema in limba – spiega Mossa – sono fattori importanti dell’integrazione del mondo dell’emigrazione nei vari territori dove la Fasi è presente con i suoi circoli. Merito, in questo caso, della Cineteca di Bologna, con la quale abbiamo intrapreso un percorso di collaborazione virtuoso». Una consapevolezza condivisa dall’assessorato del Lavoro della Regione Sardegna, da anni in prima fila per sostenere la rassegna “Visioni sarde” quale strumento culturale «che mira alla valorizzazione dell'Isola sotto ogni suo profilo storico, culturale e di costume». È dal 2014, infatti, che questo progetto ormai consolidato gode del contributo della Regione autonoma della Sardegna).

Significative le parole con cui la giuria tecnica (composta da Paola Cireddu, Simonetta Columbu, Peter Marcias, Gino Marielli, Simone Pisano, Raffaele Rivieccio e Luca Telese) ha motivato l’assegnazione del premio “Cinema in limba” al corto “Island for rent”: «Si apprezza un uso particolare del sardo, per la verità non inedito anche nei media isolani, impiegato come lingua veicolare anche dai non sardi. Un’icastica e penetrante Lia Careddu occupa costantemente la scena esprimendosi in una lingua alta, colta ora formale ora aperta a espressioni più quotidiane, senza perdere di intensità, sempre e comunque convincente. Per il resto si ha talora l’impressione di trovarsi davanti a professionisti di una sorta di lingua liturgica che, anche quando non userebbero il sardo nella quotidianità, se ne servono consapevolmente e efficacemente ricercando moduli espressivi drammatici e asciutti allo stesso tempo».

La scorsa settimana a Roma, su mandato dell'assessora regionale del Lavoro Desirè Manca (impossibilitata a partecipare per contemporanei impegni istituzionali), a consegnare il premio ai due registi Arthemalle e Cubeddu ci ha pensato Annalisa Flore, componente dello staff assessoriale. La delegata, nel suo applaudito intervento, ha sottolineato il ruolo sempre più importante rivestito dalla rassegna nel panorama cinematografico internazionale e ha evidenziato l'attenzione che l’assessorato pone al mondo del cinema «in quanto oltre a produrre cultura dà possibilità di sbocco lavorativo a molti giovani in particolare». Il presidente della Fasi, Bastianino Mossa, non a caso ha ringraziato Flore per «l’attenzione dell’assessorato nei confronti del mondo dell’emigrazione riconosciuta e per la disponibilità a intraprendere iniziative progettuali finalizzate a valorizzare le competenze sarde in campo culturale e lavorativo e a farle conoscere fuori dalla Sardegna».

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