La Nuova Sardegna

Sanità

L’assessore Bartolazzi: «Liste d’attesa da governare, cruciale il ruolo dei medici famiglia»

L’assessore Bartolazzi: «Liste d’attesa da governare, cruciale il ruolo dei medici famiglia»

L’esponente della giunta guidata da Alessandra Todde ha parlato durante l’82esimo congresso nazionale della Fimmg

07 ottobre 2024
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Cagliari «Le liste d'attesa non possono essere abbattute ma vanno governate a partire dal territorio. Sul ruolo dei medici di medicina generale e sulla loro capacità di intercettare i nuovi bisogni fra ambito territoriale ed ospedaliero si gioca la sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale».

Lo ha detto l’assessore regionale della Sanità, Armando Bartolazzi, intervenendo ai lavori d’apertura dell’82mo congresso nazionale Fimmg, Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale, in programma fino al 12 ottobre a Villasimius. L’assessore Bartolazzi ha parlato del ruolo cruciale dei medici di medicina generale e ha rilanciato ancora una volta una visione fortemente improntata sulle competenze e la specializzazione, necessaria premessa per un modello territoriale integrato, multilivello e sinergico, così come prevede il DM 77.

«La Sardegna è una regione molto complessa dal punto di vista orografico e con una demografia via via sempre più dispersa all’interno dei territori. Questo dato strutturale va ad intrecciarsi con l’evoluzione della professione medica e delle relative risposte di cura verso i pazienti. Oggi la medicina utilizza sempre più i Big Data e la tecnologia, intrecciando biologia e statistica e sfruttando le potenzialità del digitale», ha aggiunto l’assessore: «Occorre rendere la professione del medico di medicina generale nuovamente attrattiva per i giovani, non soltanto prevedendo incentivi economici, ma anche rinnovando i corsi e le materie di studio. In Europa i corsi di specializzazione si fanno e possono essere seguiti part time: quella è la direzione da seguire».

La strada comune, tracciata durante i lavori è quella che prevede l’aumento dell’intensità diagnostica ed assistenziale dello studio di medicina generale in termini di prevenzione e presa in carico della complessità, prevenendo gli accessi ai servizi distrettuali e ospedalieri di primo e secondo livello, e alleggerendo i carichi del pronto soccorso. «Un medico di famiglia – ha concluso Bartolazzi – deve poter prendere in carico il proprio assistito offrendo test diagnostici rapidi, elettrocardiogramma, ecografie, radiografie. Solo così riusciremo a rilanciare il ruolo del medico di medicina generale».

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