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Sanità, il sindaco di Sassari Giuseppe Mascia: «Troppi soldi al sud Sardegna»

di Gianni Bazzoni
Sanità, il sindaco di Sassari Giuseppe Mascia: «Troppi soldi al sud Sardegna»

La media di spesa per ogni cittadino di Cagliari nel 2024 è di 70 euro contro i 16 euro per uno del nord ovest della Sardegna

17 ottobre 2024
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Sassari É come stare seduti a un tavolo dove si pensa di essere stati invitati per avere pari dignità e invece gran parte delle pietanze passano solo per alcuni, agli altri restano le briciole. É ciò che accade ormai da anni con i fondi della sanità, l’ultimo report - quello diffuso dal Fap Acli di Sassari ha riacceso l’attenzione su un livello di diseguaglianza che nonostante tutto appare stranamente impossibile da modificare. Ieri sul tema si è mosso il sindaco di Sassari Giuseppe Mascia con un appello rivolto alla giunta presieduta da Alessandra Todde e ai consiglieri regionali del territorio.

«I consiglieri regionali del centro nord Sardegna, da Sassari a Olbia e Nuoro, facciano fronte comune – ha detto Mascia – per mettere riparo a una situazione per la quale il territorio chiede inutilmente risposte da cinque anni: il riequilibrio delle risorse per la sanità tra sud e centro-nord non può più attendere».

Il primo cittadino dice di confidare «nella sensibilità mostrata dalla attuale giunta regionale rispetto ad altre partite su cui il nostro territorio aspetta risposte da tempo». I dati aggiornati parlano chiaro, non sono solo una conferma ma appaiono quasi come una sentenza per un territorio che non riesce a farsi ascoltare e anche rispettare: la media di spesa per ogni cittadino di Cagliari per il 2024 è di 70 euro mentre per ogni paziente del nord ovest della Sardegna vengono destinati appena 16 euro. «Come denunciato pubblicamente da Acli Sardegna e poi dai media – sottolinea Giuseppe Mascia – , nelle Asl del sud ci sono da tre a cinque volte più risorse per abitante rispetto a Sassari. Non passa giorno senza che al sindaco di Sassari non arrivino richieste di intercessione contro le lungaggini per chi deve fare una risonanza, una Tac o una mammografia, tanto per fare degli esempi – afferma – nonostante lo sforzo di chi lavora nel sistema sanitario pubblico tra gli errori e la pessima gestione degli ultimi cinque anni».

Per il primo cittadino di Sassari, insomma, «serve un riequilibrio delle opportunità di accesso ai servizi sanitari. Uno scatto decisivo, una iniziativa concreta che serve già dal 2025, quando peraltro entreranno tra i Lea nuove prestazioni che dovranno essere garantite a tutti i sardi indistintamente». Giuseppe Mascia auspica che «la giunta Todde, i tanti assessori regionali del territorio e tutti i consiglieri regionali delle aree più penalizzate, anche coloro che nella scorsa legislatura avrebbero potuto fare qualcosa essendo al governo dell’Isola, diano a questi territori un segnale forte e immediato di attenzione e di equità. Perché ce n’è più che mai bisogno». Da anni abitare a nord o a sud in Sardegna può diventare una questione di vita o di morte, soprattutto se il budget per la sanità continua a presentare mostruosi squilibri tra un territorio e l’altro. E se gli impegni per cambiare le cose restano solo annunci del momento e banali promesse.

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