La Nuova Sardegna

Politica

La luna di miele di Bartolazzi con la maggioranza è finita

di Giuseppe Centore
La luna di miele di Bartolazzi con la maggioranza è finita

Solo la presidente Alessandra Todde che lo ha scelto apparentemente lo difende

22 ottobre 2024
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Cagliari L’assessore-scienziato, visti i suoi trascorsi nel campo dell’oncologia medica, soprattutto nelle patologie tiroidee, mangerà come titolare delle politiche della salute regionale il panettone? Oppure saluterà l’ingrata isola e tornerà all’azienda ospedaliera Sant’Andrea di Roma?

Solo una persona conosce il suo futuro: la presidente della Regione Alessandra Todde, che ha scelto lo “scienziato”, come è stato più volte chiamato in Consiglio Regionale. Bartolazzi è stato sottosegretario alla Salute nel governo Conte 1, quello composto da Lega e Cinque Stelle, e dall’allora capo politico del Movimento, Luigi di Maio, indicato come possibile ministro della Salute in un immaginario governo monocolore grillino. Sono passati solo sei anni, sembra un secolo fa. Da allora il Movimento ha perso oltre la metà dei voti a livello nazionale, resistendo al Sud e poi vincendo lo scorso febbraio nella coalizione definita dalla presidente Alessandra Todde “progressista” le regionali.

Nel faticoso equilibrio tra gruppi e assessori, la casella della Sanità è andata ai Cinque Stelle, ma non a un sardo, bensì al romano Bartolazzi, che appena arrivato se ne uscì con una frase che non sapeva avrebbe toccato corde molto sensibili. «Sarò come Gigi Riva, il Rombo di tuono della sanità sarda». In realtà, come prevedibile, il neo assessore, ancora pendolare per quanto possibile con la Capitale, ha impiegato mesi e decine di incontri per capire in che luogo era finito. Conoscere persone, equilibri, dinamiche, relazioni, territori, problemi e strutture, ha comportato un lungo apprendistato, forse giustificato, che sicuramente ha rallentato, a voler essere benevoli, la comprensione della realtà sarda da parte dell’assessore. Il cambio di capo di gabinetto (con la staffetta Paolo Tecleme-Cinzia Pilo) ha reso i vertici dell’assessorato più organici al Movimento, ma forse meno capaci di leggere la realtà sanitaria sarda.

Adesso per Bartolazzi è arrivato il momento delle scelte. O dimostrerà di sapere recuperare in tempi rapidissimi la fiducia della sua maggioranza, oggi ai minimi termini, degli operatori e degli enti locali, anche mostrando una maggiore capacità dialettica e decisionale nei confronti degli attuali manager delle Asl, oppure per lui rimarranno solo due strade. O una uscita “spintanea”, motivata dalle sempre accettabili motivazioni personali, o un lento tramonto fatto di annunci a cui non seguono atti conseguenti.

Il suo futuro, naturalmente è solo nelle mani della Presidente, che a ieri considerava inamovibile l’assessore che doveva risollevare le sorti della sanità sarda. Sarà così anche domani? Gli ostacoli maggiori sulla sua strada Bartolazzi li sta incontrando nei partiti che lo dovrebbero sostenere, ufficiosamente insoddisfatti di metodo, toni e scelte compiute. Basteranno questi malumori a favorire il ricambio?

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