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Sanità, il racconto: «Medico di base? No grazie, ho rinunciato a fare il corso»

di Luigi Soriga
Sanità, il racconto: «Medico di base? No grazie, ho rinunciato a fare il corso»

Lo specialista: «Ottocento euro al mese per tre anni significava fare la fame. E c’è chi si stupisce se al bando per 60 posti alla fine resteranno solo in 20»

25 ottobre 2024
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Sassari Votarsi al mestiere del medico di base, equivale a fare il missionario. Ne sanno qualcosa soprattutto i giovani, che fanno due conti e puntualmente snobbano i corsi di formazione regionali.

E quelli che invece partecipano e superano la selezione, per la maggior parte decidono di rinunciare e prendere strade ben più remunerative: «Mi fa sorridere che la gente si stupisca ancora che i bandi vadano deserti, e mi fa sorridere ancora di più che il presidente dell’Ordine dei medici si dica deluso e amareggiato – racconta un medico specialista, 50 anni – proprio l’Ordine, che organizza i Corsi, sa bene quali sono i problemi: frequentare tre anni di corso di formazione per medici di base significa condannarsi a fare la fame. Vuol dire non avere i soldi per poterti pagare l’affitto di una casa, e per poterti mantenere da solo. Ne vale la pena? Io dico di no: e infatti, pur essendo idoneo alla formazione, alla fine ho lasciato perdere e continuo a fare altro, sempre in ambito sanitario».

I medici dell’Aou e dell’Asl, per parlare con un giornalista, devono essere autorizzati dai vertici aziendali, pena il licenziamento: l’anonimato si deve solo a questo vincolo. «Quando io ho superato la selezione – racconta – la prospettiva era quella di percepire 800 euro lordi di paga per tre anni di corso. Un compenso ridicolo. A me sarebbe piaciuto molto fare ambulatorio, potermi occupare delle famiglie, contribuire a coprire le carenze assistenziali nel territorio. Ma lavoravo già e innanzitutto mi sarei dovuto licenziare e rinunciare a uno stipendio più che doppio. Perché chi frequenta il corso dei medici di base, è bene precisarlo, non può fare nient’altro».

Molto spesso si sceglie la medicina generale dopo essersi specializzati in qualcos’altro: «Io ho fatto così: credo che fare esperienza in una branca particolare, come può essere cardiologia, o internistica, ti dia un background solido per poter diventare un ottimo medico di base. L’esperienza in un ospedale, le ore in corsia, le guardie mediche, ti danno più competenze di un corso di formazione dove c’è meno coinvolgimento in prima linea. A me sarebbe piaciuto conciliare la mia professione con il corso di formazione, ma le regole non lo consentono».

Poi c’è la disparità di trattamento tra i corsi per i medici di base e le altre scuole di specializzazione: «Chi fa ortopedia, cardiologia, giusto per fare due esempi, può contare su una borsa di 1700 euro mensili esentasse. In più erano consentite un certo numero di guardie mediche, un monte ore di sostituzione di colleghi, contratti con le Asl. Non sono fattori trascurabili. Inoltre la tua azienda ti assicura, ti vengono riconosciute diverse protezioni, come la malattia, o la maternità. .. permettendoti di guadagnare ogni mese diverse migliaia di euro … inoltre rinunciando alla borsa di studio, anche i medici già dipendenti possono iscriversi alla scuola di specializzazione. Ecco, quando io ho superato il concorso tutto ciò tutto ciò non accadeva per la medicina di base. La borsa era di 800 euro lorde … ti viene preclusa la possibilità di lavorare per il Sistema sanitario nazionale e ostacolata la libera professione. Non sei assicurato e tutte le protezioni sono a tuo carico. Inoltre chi è già dipendente deve licenziarsi prima dell’avvio della scuola. È chiaro adesso il motivo per cui con 60 posti disponibili per il corso di formazione regionale dei medici di medicina generale si sono presentati e sono passati solo in 43? E non ci sarà affatto da meravigliarsi se di questi, si iscriveranno in 20. Viste le condizioni contrattuali, sarebbe già un successo».

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