La Nuova Sardegna

Lavoro

La rabbia dei sindacati: «La Glencore anticipa la chiusura della linea zinco»

La rabbia dei sindacati: «La Glencore anticipa la chiusura della linea zinco»

Il segretario della Cisl Pier Luigi Ledda: «Scelta arbitraria che mette ulteriormente a rischio la pace sociale nel Sulcis Iglesiente»

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Cagliari «In palese violazione degli impegni assunti durante l’ultimo incontro con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, la Regione Sardegna e le parti sociali, Glencore ha comunicato l’anticipazione della chiusura della linea di produzione dello zinco nello stabilimento di Portovesme a partire da lunedì 23 dicembre, anziché il 31 dicembre come precedentemente concordato. Questa decisione unilaterale compromette gravemente le possibilità di accesso agli impianti da parte di potenziali investitori interessati all’acquisizione e al rilancio delle attività produttive, mina profondamente il rapporto di fiducia tra le parti coinvolte e mette ulteriormente a rischio la già fragile pace sociale nel territorio del Sulcis Iglesiente, con pesanti ripercussioni economiche e occupazionali per circa 1.200 lavoratori, tra diretti e indiretti».

Lo afferma il segretario generale della Cisl, Pier Luigi Ledda. «Questa scelta arbitraria da parte di Glencore rappresenta un colpo inaccettabile per il Sulcis e per l’intera regione. Il Governo e la Regione devono intervenire immediatamente per richiamare l’azienda agli impegni presi. Non possiamo permettere che venga calpestata la dignità dei lavoratori e che venga compromesso il futuro industriale di un intero territorio. La Cisl nazionale insieme alla Cisl sarda e alle strutture territoriali, chiede un intervento urgente del Governo affinché Glencore venga ricondotta al rispetto degli accordi presi, creando le condizioni necessarie per favorire l’ingresso di nuovi soggetti imprenditoriali e rilanciare le produzioni dello stabilimento di Portovesme».

«Siamo profondamente allibiti dal modo in cui si è svolto. Il Governo accetta il ricatto della multinazionale che insiste nella decisione di chiudere gli impianti, una mossa che metterà a rischio oltre 1.200 posti di lavoro - tra cui 500 metalmeccanici degli appalti - nel Sulcis Iglesiente. La situazione è estremamente grave e inaccettabile». Lo dichiarano in una nota congiunta Loris Scarpa, coordinatore nazionale per la Fiom-Cgil della siderurgia e Roberto Forresu, segretario generale Fiom-Cgil Sardegna, dopo l'incontro sulla vertenza Glencore di Portovesme presso il Mimit. «Nonostante il Governo abbia dichiarato strategiche le produzioni di zinco e piombo, c’è il rischio che non si riesca a dare continuità a queste affermazioni - aggiungono -. Il Governo informa che nei prossimi giorni ci sarà una visita di un possibile acquirente, con l`impegno da parte di Glencore di non fermare gli impianti, ma la realtà è che tutto ciò avviene all`interno da un percorso già deciso dall`azienda che va invece nella direzione opposta. La verità è che il Paese non può rimanere sotto ricatto di multinazionali lasciando a terra i lavoratori diretti e indiretti di un intero territorio già colpito da una profonda crisi occupazionale, che conta circa 40mila disoccupati».

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