Andrea Riccardi (Sant’Egidio): «Il pranzo di Natale vince la solitudine, la società diventi più fraterna»
Il fondatore della comunità che sta vicina agli ultimi ha partecipato al banchetto che quest’anno è stato organizzato nella basilica di Santa Maria in Trastevere, a Roma
Roma In tanti nella basilica di Santa Maria in Trastevere, dove è nata la tradizione del pranzo di Natale con i poveri. Senza dimora, anziani, famiglie in difficoltà, rifugiati venuti con i corridoi umanitari si sono seduti a tavola con chi ogni giorno dell’anno li aiuta ed è loro amico. Per quasi due ore hanno parlato e fatto festa con il menù della tradizione: lasagne, polpettone, lenticchie e panettone. «Questa tavola vince la solitudine ma è anche una proposta alla nostra società perché diventi più fraterna e accogliente - è l’invito di Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, che ha partecipato al pranzo. Perché, come ha commentato il presidente Marco Impagliazzo, «insieme alle porte della basilica, si sono aperte anche le porte di tanti cuori, di tutte quelle persone, tra cui molti giovani, che oggi si occupano di chi ha bisogno».
Alla fine del pranzo, al momento dei saluti, il parroco di Santa Maria in Trastevere, don Marco Gnavi, ha presentato alcuni ospiti. Come Gemma, siriana, venuta con i corridoi umanitari: «In questo momento è importante sperare e pregare per la pace nel mondo». Antonino, siciliano, da tanti anni a Roma: «Ho vissuto per strada, sono stato aiutato a trovare una casa e ora sostengo chi è in difficoltà». E il piccolo Alì, venuto da Gaza insieme alla sua zia, che in perfetto italiano ha detto, convinto: «Mi piace questa tavola!». «Insieme - ha commentato alla fine don Gnavi - abbiamo vissuto la realtà di un popolo senza confini, che ritrova la speranza e costruisce un futuro di pace».