La Corte dei Conti promuove i rendiconti ma la questione Todde resta aperta: il punto e gli scenari
Il collegio specifica di avere esaminato le spese dei partiti ma non dei singoli consiglieri. Sulla richiesta di decadenza prima udienza il 20 marzo
Cagliari La partita resta aperta, perché il verdetto positivo del collegio della Corte dei Conti sulla rendicontazione delle spese dei partiti e movimenti che hanno preso parte alle elezioni regionali di febbraio 2024, non incide sulla rendicontazione dei singoli candidati e nel caso specifico, della presidente Alessandra Todde. E’ sulle presunte irregolarità nella documentazione presentata dalla governatrice che si sofferma il Collegio regionale di garanzia elettorale che a gennaio ha sollevato il caso della decadenza. Ed è lo stesso collegio della Corte dei Conti a distinguere con precisione il proprio ruolo rispetto a quello del collegio di garanzia elettorale, presieduto dalla presidente della Corte d’Appello Gemma Cucca.
La precisazione è riportata alla pagina 5 del documento: «La normativa di riferimento opera una netta separazione dell’obbligo di rendicontazione della formazione politica da quello del singolo candidato e attribuisce i singoli controlli a due organi distinti. La verifica dei rendiconti presentati dai singoli candidati è demandata al Collegio regionale di garanzia elettorale, istituito presso la Corte d’Appello del capoluogo di Regione».
Dunque la Corte dei Conti non si è occupata del “caso Todde” sul quale resta aperta la questione decadenza, definita “abnorme” dalla maggioranza al governo della Regione e su cui la stessa Todde ha presentato ricorso: la prima udienza è fissata per il 20 marzo. La certificazione di regolarità sulle spese, dice la stessa maggioranza, rappresenta comunque a favore della coalizione e della stessa. presidente