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Tribunale

Si vanta di avere commesso una rapina ma non era vero: assolto

Si vanta di avere commesso una rapina ma non era vero: assolto

Si era confidato con un compaesano ed era finito a processo. Ma la storia era inventata

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Macomer Una rapina, una persona che si vanta di averne commesso una e che racconta tutto a un compaesano. Sono gli ingredienti perfetti per una storia giudiziaria che però si chiude con l’assoluzione dell’unico imputato perché troppe cose nella descrizione non tornavano. Il macomerese Francesco Boi era accusato di aver fatto irruzione in una casa e di aver maltrattato pesantemente un’anziana pur di fare bottino, ma il fatto strano è che a farlo finire in tribunale era stato il racconto di una terza persona che ai carabinieri disse di aver ricevuto una sorta di confessione proprio dall’imputato. Il testimone spiegò che Francesco Boi gli aveva raccontato i dettagli di una rapina appena commessa e ricollegò l’episodio con quello avvenuto nel dicembre del 2019 a casa di un’anziana a Macomer. La donna era stata legata con delle fascette da elettricista e poi le era stato messo un tampone in bocca per impedirle di parlare o di farsi sentire nel caso in cui avesse voluto chiedere aiuto.

Il rapinatore aveva portato via quello che credeva essere un gioiello prezioso, ma in realtà era un oggetto di bigiotteria. Aveva poi preso il bancomat dell’anziana e il foglio con il codice pin per poterlo utilizzare. I carabinieri iniziarono subito le indagini per cercare di dare un volto al rapinatore, ma la svolta arrivò in maniera alquanto insolita. La persona che aveva ascoltato la confessione del presunto rapinatore, non riuscì a tenere per sé il segreto ritenendo il fatto troppo grave. Quelle parole divennero la prova principale del processo, tanto che il testimone fu chiamato a ripetere in aula ciò che aveva sentito. Interrogato di fronte ai giudici del tribunale di Oristano descrisse una rapina che aveva troppe differenze con quella commessa ai danni dell’anziana. Allora sia il pubblico ministero Paolo De Falco che gli avvocati difensori Luigi Esposito e Maria Assunta Argiolas hanno iniziato ad avanzare dei dubbi sulla veridicità di quel racconto e sulla credibilità dello stesso imputato. Di che rapina stava parlando? Le controparti hanno quindi chiesto l’assoluzione e i giudici sono stati dello stesso parere.

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