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Nord Ovest

Energia, chimica verde e sanità: Sassari si prepara alla lotta

di Giovanni Bua
Energia, chimica verde e sanità: Sassari si prepara alla lotta

Muretti (Cgil): «Le nostre sono vertenze dell’intero territorio»

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Sassari Sarà una vertenza del territorio quella che il nord ovest si prepara a riproporre nel 2025.

Che parte dall’energia, con risposte definitive che devono arrivare per il progetto “Fiume Santo Energy Park”, l’atteso aggiornamento del Piano energetico ambientale regionale ma anche con il “Decreto energia” del governo nazionale, necessario per capire come e dove arriverà il metano.

Passa dalla chimica verde, con l’ormai famosa cabina di regia che dovrebbe lanciare la terza fase del progetto di riconversione dell’area industriale di Porto Torres che ancora non è stata convocata, bloccando il rilancio del polo che vent’anni fa contava circa tremila lavoratori tra dipendenti diretti e dell’indotto e che dal 2008 ha dismesso pezzo per pezzo la chimica pesante senza però mai dare corso al Protocollo della Chimica verde siglato il 26 maggio del 2011 alla Presidenza del Consiglio dei ministri.

Una situazione che rischia di essere fortemente aggravata dalle ultime comunicazioni rilasciate da Versalis, dalle quali emerge la volontà di dismettere l'intera Chimica di base del paese in cui non c’è traccia di investimenti su Porto Torres.

E ancora ha come protagonista la sanità, con un tavolo di raffreddamento già in corso in prefettura (a cui si aggiungeranno a gennaio quelli relativi alle vertenze dell’indotto) e una minaccia di sciopero generale sul tavolo, e i sindacati che chiedono profondi cambiamenti sulla governance (nel mirino c’è soprattutto l’Ares) e rassicurazioni da parte della Regione sull’edilizia sanitaria, su tutti Materno Infantile e nuovo Pronto Soccorso di Sassari, ma anche nuovi ospedali di Sassari e Alghero.

E arriva al lavoro in senso lato, con i sindacati che criticano pesantemente i report che mettono spesso il segno + quando si parla di crescita nel Sassarese.

«Quello che registriamo – tuona il segretario generale della Cgil di Sassari Massimiliano Muretti – è una grande capacità di raccogliere, analizzare e catalogare un gran numero di dati, di definire con precisione il numero delle assunzioni, raffrontandole per singolo settore all'anno precedente, di compararle tra le diverse aree della regione o del paese, di suddividerle per dimensione aziendale, ma al contempo, si rende manifesta, l'evidente incapacità, o peggio volontà, di non esplicitare di che assunzioni si tratta, quante siano le ore di lavoro a settimana, quali Ccnl si applicano, che retribuzione media percepiscono i neo assunti».

«Il numero delle assunzioni, da sole e purtroppo, non sono garanzia di crescita – continua Muretti –, Nella maggior parte dei casi, siamo di fronte ad assunzioni a tempo parziale e determinato, molte di queste, in particolare quelle relative al settore terziario (servizi, commercio, turismo), soprattutto quando riferibili a piccole imprese, sono per poche ore a settimana, con retribuzioni di 6/700 euro al mese. Il quadro complessivo è poi gravato dalla forte inflazione registrata nell'ultimo triennio +17,3%».

«Un valore – continua il segretario generale della Cgil – che rende chi lavora sempre più povero, in particolare perché si lavora percependo salari sempre più bassi, per la difficoltà di rinnovare i Ccnl, basti pensare a quello dei lavoratori del pubblico impiego, rinnovato, in ritardo, per i tre anni trascorsi e solo da una parte delle sigle sindacali (Cisl e Autonomi) con un aumento del 5,7%».

«Il nostro territorio – chiude Muretti – ha bisogno d'altro. Servono investimenti nelle infrastrutture, nella sanità, nei trasporti. Serve una vera politica dei redditi. Resta ancora, valido in ogni suo punto, il patto sottoscritto da tutti a Nule. E quello sarà la base di ogni nostra rivendicazione».

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