La Nuova Sardegna

Riforma della scuola, il ministro Valditara all’esame dei parlamentari sardi

di Paolo Ardovino
Riforma della scuola, il ministro Valditara all’esame dei parlamentari sardi

Ecco come la pensano i deputati Silvio Lai e Francesca Ghirra di centrosinistra, Dario Giagoni e Salvatore Deidda del centrodestra

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Sassari Il governo Meloni aveva cominciato con l’obiettivo di frantumare l’egemonia culturale della sinistra e sta finendo per inglobare qualsiasi cosa sotto l’egida di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia. Dopo il Tolkien scrittore preferito della premier e il Gramsci rivisto del ministro della Cultura Giuli, ora il titolare dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara fa suoi Cicerone, Omero e le «saghe nordiche». Le linee-guida del ministro sui nuovi programmi scolastici, che entreranno in vigore dal 2026, stanno facendo discutere. Ritorna il latino (opzionale) alle medie, arriva la storia che studia soprattutto popoli italici e occidente, la Bibbia tra i testi da leggere insieme ai grandi classici e l’epica del nord Europa. «Ed è tutto assolutamente positivo», commenta serafico il deputato FdI Salvatore Deidda. Si dice a favore del ritorno «a una cultura classica che è importante per la crescita e la formazione degli studenti al di là di degli indirizzi che poi sceglieranno. Io porto sempre avanti la battaglia sulla difesa del liceo classico, che apre la mente».

Passi la letteratura, ma uno studio storico incentrato sullo stivale e poco oltre sembra anacronistico nel mondo globalizzato di oggi. «No, non significa trascurare le contaminazioni delle culture – replica Deidda –. Anche perché la grande cultura occidentale si è formata grazie a ciò che è successo in oriente. Conoscere le proprie origini è importante». Silvio Lai, deputato in quota Pd, prende invece il picco e abbatte la scuola secondo Valditara: «Sembra di sentire sullo sfondo un sospiro di rimpianto del passato piuttosto che vedere gli strumenti che servono a ragazze e ragazzi per affrontare il futuro». Va giù dura Francesca Ghirra, tra i banchi della Camera con i colori di Alleanza verdi e sinistra: «Da Valditara ormai ci aspettiamo questo e altro. Non si smentisce mai. Ha una visione nostalgica della formazione». Lai, «da allievo dell'Azuni, da amante e cultore della cultura classica», critica però il nuovo approccio che renderebbe «diseguale il confronto tra i contenuti e i mezzi che la scuola italiana propone e quanto viene invece dal mondo dei social». La scuola come la intende il ministro sarebbe per il politico sassarese un deterrente: «Con la Sardegna nel mezzogiorno tra le percentuali più alte di abbandono scolastico, queste linee-guida che ci riconducono in un piccolo mondo antico sono quanto di più dannoso si potesse proporre». Ghirra trova cosa manca: «Per fare il salto di qualità dovremmo riprendere l'educazione civica e introdurre l'educazione alla sessualità. Anche se la destra non ama sentirselo dire, il modello patriarcale della società c’è e rimane – puntualizza –. Una visione nozionistica dell'istruzione non dà capacità di avere pensiero critico e diventare cittadini».

Il parlamentare leghista Dario Giagoni si schiera con Valditara: «Il partito è sempre andato alla ricerca della storia, della tradizione, e questa non è un’idea del solo ministro ma viene fuori da molteplici audizioni di una commissione». La proposta per il deputato gallurese è «ottima perché va a rafforzare le radici e la competenza linguistica. Ormai siamo legati al telefono, sintetizziamo tutto, “perché” diventa una x, una kappa e una e accentata». Sul latino, «io non l’ho studiato e mi dispiace sentendo l’uso delle locuzioni latine in aula». Sulla storia, è certo: «Da poco ero in vacanza in Romania, e parlando con persone del posto è incredibile la conoscenza che hanno del loro territorio. Di noi sappiamo cose generalizzate, ci fermiamo all’impero romano e passiamo dal 1700 in poi».

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