Don Gianni Sini: «Da ora la Giornata della Memoria ricorda anche le vittime di Gaza»
Il parroco di La Salette a Olbia scrive una lettera al rabbino capo di Roma
Olbia L’idea non troverà d’accordo tutte le comunità ebraiche italiane e forse creerà qualche imbarazzo tra il mondo cattolico e quello ebraico. Don Gianni Sini, parroco di La Salette, a Olbia, lo sa bene, ma ciò non lo dissuade dal proposito di introdurre una variazione alla Giornata della Memoria che con i suoi parrocchiani celebrerà nel ricordo di quanto è accaduto di recente nella Striscia di Gaza.
La lettera L’idea fermentava da tempo nella testa del dinamico sacerdote della diocesi di Tempio Ampurias. Prima di renderla pubblica, l’ha condivisa con una delle massime autorità del mondo ebraico italiano, inviando una lettera a Riccardo Di Segni, rabbino capo della comunità di Roma. Nella sua missiva don Sini annuncia al rabbino capo l’intenzione di «celebrare la santa messa per tutte le vittime innocenti della Palestina, di Gaza, in particolare di Israele e del Libano, perché per me le vite hanno tutte lo stesso valore. E se nella Giornata della memoria vorrete inserire un pensiero anche per questi, farete cosa gradita al Signore». La lettera è rimasta senza risposta, ma ciò non ha fatto venire meno la determinazione del sacerdote che il 27 gennaio celebrerà la messa in suffragio di tutte le vittime del conflitto.
Medio Oriente Don Sini ha una conoscenza diretta del Medio Oriente. È dal ‘78 che, fatta eccezione per l’ultimo periodo, vi si reca ogni anno. Conosce molto bene Israele e il territorio palestinese. In particolare Betlemme, dove operano le suore che gestiscono un centro che ospita bambini israeliani e palestinesi rifiutati dalle loro famiglie. Grazie alle informazioni ricevute dai volontari Unitalsi ha appreso che il centro è in grossa difficoltà per via della guerra, a dimostrazione di come questa non mieta le sue vittime solo sul campo del conflitto. Azzardando un confronto tra Erode, il re della Giudea che il racconto biblico presenta come uno sterminatore di bambini, e il premier israeliano Netanyahu, don Sini si chiede perché di fronte alla strage di civili non si sia levata «una voce di dissenso da parte degli ebrei e tantomeno da parte vostra come se la guerra e la strage fossero un fatto ineluttabile». La lettera è un durissimo J’accuse contro la politica estera di Netanyahu, definito “criminale di guerra”.
L’attacco Così il religioso spiega la durezza delle sue parole: «Che il gruppo di Hamas fosse composto da terroristi che agiscono con determinazione e crudeltà come ha fatto il 7 ottobre 2023 era risaputo; sapevamo anche come agiscono Hezbollah e tutti gli altri gruppi criminali, ma che Netanyahau potesse arrivare a tanto, nessuno mai l’avrebbe potuto immaginare. Un violento e volgare criminale che è finito nel mirino della Corte Penale Internazionale».
Quanto le parole del parroco olbiese di La Salette possano favorire la distensione del dialogo sarà tutto da scoprire. Nella lettera viene richiamata la figura del pontefice. Il parroco dice di apprezzare Papa Francesco per il suo coraggio e per aver indicato nella creazione di due Stati per due popoli l’unica soluzione percorribile. Così la pensa anche don Gianni. Che la pensi nello stesso modo il rabbino capo di Roma, anche questa è cosa tutta da scoprire. Personalità forte, don Gianni Sini è un punto di riferimento per il territorio. Celebre esorcista dal 1988, grande tifoso dell’Olbia calcio, che ogni volta che può segue allo stadio.
Negli ultimi anni, nelle categorie minori, è nata anche una squadra della parrocchia, la Don Cesare Delogu La Salette. Ancora una volta, Sini si conferma personalità attiva nella vita ecclesiastica e sociale.