La Nuova Sardegna

Il caso

Stop alla proroga al 2027, i balneari sardi ora chiedono chiarezza

di Paolo Ardovino
Stop alla proroga al 2027, i balneari sardi ora chiedono chiarezza

Il Tar Liguria boccia l’accordo del Governo Meloni con l’Ue, il sindacato: «Non si può fare impresa a queste condizioni»

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Sassari I balneari sardi sono «confusi e disorientati» guardando a ciò che succede oltre Tirreno. Fino a poco più di 48 ore fa Zoagli era solo una località costiera, nella riviera di Levante, in Liguria, conosciuta ai vacanzieri del nord Italia. Oggi Zoagli è epicentro della discussione sul futuro di tutti i balneari.

Il Tar della Liguria ha infatti rispedito al mittente il ricorso presentato da tre stabilimenti balneari del borgo genovese contro una delibera di giunta comunale che aveva dato il via libera alle concessioni con bando. Niente proroga automatica fino al 2027, gettata nel cestino. Mesi fa il governo Meloni rassicurava i lavoratori spiegando loro che, come da accordo con l’Ue, avrebbero potuto dormire sonni tranquilli ancora per poco più di due anni. Adesso i giudici smontano tutto: «Non risulta esistente un documento scritto» che attesti ciò. Questa decisione ha creato il caos a effetto domino. Gli echi sono arrivati sino alla Sardegna, dove gli imprenditori delle spiagge sudano freddo. «Siamo confusi e disorientati. Non si può fare impresa a queste condizioni»: sbotta Claudia Comida, presidente regionale di Sib-Confcommercio, il sindacato nazionale dei balneari.

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La reazione Gli addetti ai lavori provano a interpretare l’esito del tribunale ligure. Lo leggono come l’esempio di una «giurisprudenza amministrativa sulle concessioni demaniali marittime» che «non è affatto uniforme e chiara ma contrastante e contraddittoria». Secondo quanto spiega la nota diffusa dal Sib, la sentenza del Tar della Liguria a detta dei balneari «non applica la proroga al 2027 perché la gara era stata già avviata prima dell’entrata in vigore della nuova legge che espressamente si applica alle “procedure avviate successivamente” e comunque perché ritenuta automatica e generalizzata». Affianca però un’altra sentenza, quella del 3 dicembre 2024: «Di diverso avviso era stato il Tar del Veneto alcune settimane fa che aveva invece ritenuta valida ed efficace la suddetta proroga cd tecnica». Perciò, commenta Comida: «Nell’interesse non solo delle 30mila imprese che da tre lustri vivono nell’incertezza ma dell’intero Paese, serve una discussione scevra da faziosità». Il 5 marzo, tra l’altro, a Roma sono previsti gli Stati generali del turismo balneare.

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«Aspettiamo la Regione» La prospettiva più temuta è quindi l’addio alla proroga. Già l’asticella posta al 2027 aveva fatto storcere qualche naso tra i proprietari delle 573 concessioni della Sardegna: qualche anno per respirare e poi di nuovo messi in discussione. La decisione del Tar della Liguria dà ragione al Comune di Zoagli e, in attesa dell’eventuale ricorso al Consiglio di Stato, dice sì alla messa a bando. Ricalca l’incubo dei lavoratori del mare, vale a dire la direttiva Bolkestein. Frits Bolkestein è venuto a mancare giusto qualche giorno fa all’età di 91 anni, e il suo nome continua ad alimentare il dibattito. La direttiva europea prevede la gara pubblica, senza esclusione di soggetti esteri, per le concessioni sulle spiagge. Claudia Comida, in una giornata di video-riunioni e telefonate con i suoi omologhi delle altre regioni («C’è tumulto»), propone l’assist alla giunta Todde per prendere posizione: «Confidiamo sulla nostra Regione, che attraverso una delibera regionale recente dimostra di essere sul pezzo e sempre al lavoro per garantire equità al settore ed al turismo sardo – sostiene lei –. Restiamo del parere che questa vicenda meriti attenzioni serie e vada risolta con dialogo, confronto ed impegno per garantire a tutte le parti interessate, pubbliche e private, i propri diritti».


 

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