La Nuova Sardegna

Malasanità

Morì per errore medico, non per tumore: la Asl paga il risarcimento

di Serena Lullia

	Una corsia di ospedale e Vittorio (Vito) Marruseddu 
Una corsia di ospedale e Vittorio (Vito) Marruseddu 

La battaglia per la giustizia dei figli di Vittorio Marruseddu, deceduto dopo un calvario di quasi un anno tra gli ospedali di La Maddalena e Olbia

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Sassari La verità non rende meno straziante il dolore. Non consola Sergio, Juan Pablo, Roberto e Maria Vittoria Marruseddu per la perdita di papà Vittorio. Non rende meno nero il lutto della moglie Gladis. Ma la giustizia sa essere un balsamo per l’anima. A sette anni dall’ ultimo saluto a Vittorio Marruseddu, storico panettiere di La Maddalena, i familiari sanno che la sua morte è stata causata non da un tumore, ma da un errore medico, un’ infezione contratta all’ospedale di La Maddalena, mal curata nella struttura isolana come in quella di Olbia successivamente.

Risarcimento del danno

Dopo un lungo iter legale, in fase di accertamento tecnico preventivo, quindi prima di iniziare una causa civile, la Assl Gallura, attraverso la compagnia assicurativa, ha risarcito il danno causato alla famiglia per la perdita del signor Vittorio. I fratelli Marruseddu e la loro madre erano assistiti dall’avvocato Lorenzo Murgia, con studio a Pisa.

Il calvario 

Il calvario di Vittorio Marruseddu comincia nel settembre 2016. L’uomo, di 61 anni, arriva al Pronto Soccorso del Paolo Merlo di La Maddalena con febbre, difficoltà a respirare, dolori lombari. Ha un quadro clinico generale delicato: soffre di ipertensione e diabete. Dopo 15 giorni di ricovero viene dimesso, per poi ritornare in ospedale dopo 17 giorni, ai primi di novembre. Nuovo ricovero nel reparto di Medicina generale di La Maddalena con diagnosi di versamento pleurico in sospetta neoplasia polmonare. Tumore. L’uomo viene trasferito in Chirurgia generale per metastasi ossee, piaghe da decubito, sottoposto a un intervento chirurgico e trasferito in Medicina generale dove viene rilevato un miglioramento generale. In realtà l’ex panettiere non sta bene e viene trasferito al reparto di chirurgia dell’ospedale Giovanni Paolo II di Olbia dove emerge, come da cartella clinica, l’aggravamento delle lesioni da decubito. È l’8 novembre 2016. Le condizioni dell’uomo peggiorano. Trasferito a Sassari nell’aprile 2017 viene sottoposto a una serie di terapie ed esami, ma la situazione generale è ormai compromessa, con una infezione estesa e un quadro clinico che porta il signor Marruseddu alla morte, il 24 agosto 2017. Quasi un anno dopo il primo ricovero.

La ricerca della verità

«Sin da subito la moglie e i figli del signor Marruseddu hanno ritenuto la morte del proprio caro, come un caso di malasanità – commenta l’avvocato Murgia -. Nel 2020, uno dei figli, Roberto, si è rivolto a me e dopo un attenta esamina ho deciso di approfondire lo studio delle cartelle cliniche con l'aiuto di un medico legale di Firenze. Purtroppo, i primi professionisti a cui si era rivolta la famiglia, avevano espresso parere negativo sui presupposti per ottenere un risarcimento del danno, visto che, il tumore diagnosticato al signor Vittorio Marruseddu, l'avrebbe condotto alla morte nello stesso tempo in cui l’aveva condotto l’infezione nosocomiale. Abbiamo invece scoperto come prima cosa che non esisteva un solo esame obiettivo da cui emergesse che il signor Marruseddu avesse patologie tumorali. Dunque, eliminando dallo scenario clinico la patologia oncologica, restava un'unica verità: il signor Vittorio era morto per un'infezione nosocomiale contratta presso l'Ospedale di La Maddalena e mal curata sia dal predetto presidio, sia da quello di Olbia. Dunque la morte era stata causata totalmente da un errore medico».

La relazione dei Consulenti tecnici d’ufficio

La tesi dell’avvocato Murgia ha trovato conferma nella relazione dei Ctu. Che in sintesi hanno sostenuto che «dall’attento esame delle due cartelle cliniche inerenti i due ricoveri (nell’ospedale di La Maddalena ndr) non emerge nessun riferimento alla presenza di lesioni della cute e tanto meno di interventi terapeutici mirati e nessun riferimento all’impiego di misure preventive delle lesioni da decubito. Questo è il dato che in termini di condotta sanitaria è parso non allineato con le doverose regole dell’arte medica essendo il paziente da considerare ad alto rischio».

Si tratta quindi, a parere dei Ctu. di un evento che poteva essere prevenuto. «In sintesi – conclude l’avvocato Murgia – se il paziente fosse stato correttamente medicato sin dall’inizio, assistito e idratato dal settembre 2016 avrebbe avuto più chance di vita. Come rilevato dai Ctu le affezioni iatrogene sono state sicuramente un evento in grado di determinare la morte del signor Marruseddu».

Nessun rilievo invece per la condotta dei medici dell’ospedale di Sassari che hanno preso in carico un paziente con un quadro clinico talmente compromesso da non poter fare più nulla per salvarlo.

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