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Sanità, salta l’intesa in maggioranza: la riforma deve ripartire da zero

di Giuseppe Centore
Sanità, salta l’intesa in maggioranza: la riforma deve ripartire da zero

Il testo non è condiviso da tutto il centrosinistra, divisa anche l’opposizione

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Cagliari La riforma del sistema sanitario è al giro di boa. Oggi la commissione sanità, guidata da Carla Fundoni (Pd), valuterà gli emendamenti di modifica al disegno di legge della giunta, oggetto sino a lunedì di lunghe e a volte polemiche audizioni.

Gli uffici hanno registrato 279 emendamenti, quasi tutti soppressivi, presentati dalle opposizioni. Il voto è previsto per domani, e da quel momento si entra in una terra inesplorata. Come da regolamento, dopo l’approvazione in via provvisoria del testo, questo sarà sottoposto al parere del Consiglio delle Autonomie locali che ha due settimane per esprimerlo. Contemporaneamente anche le commissioni Autonomia e Bilancio esprimeranno il loro parere, e poi il testo tornerà alla commissione Salute per l’approvazione definitiva. Scontata la richiesta dei dieci giorni di tempo per la relazione di minoranza, che quindi porterà la legge in aula a fine febbraio. Questa è l’unica certezza, perché sui contenuti da domani in poi si naviga a vista.

Il disegno di legge della giunta, arrivato in Consiglio lo scorso 2 settembre, è nei fatti una scatola vuota. Il suo contenuto originario non è condiviso dalle opposizioni, né da pezzi di maggioranza. Anche il testo alternativo a quello proposto dalla giunta, in origine concordato nel Campo Largo, non è più all’ordine del giorno, al punto che i suoi contenuti principali non sono diventati emendamenti di maggioranza in Commissione. Insomma si riparte da zero, con alcune modifiche tecniche che verranno votate in aula e riguardano i Cau (i Centri di assistenza e urgenza che dovrebbero funzionare da filtro tra medici di base e ospedali) previsti dalla legge, ma espunti in questa fase perché prevedono costi, oggi non autorizzabili in assenza di legge di bilancio.

Da adesso all’arrivo in aula la maggioranza dovrà riunirsi e definire quegli emendamenti che daranno contenuto, agile e comprensibile alla legge. Il Campo Largo attenderà le indicazioni della presidente Todde, che potrebbe chiedere nuovamente un atto di fiducia alla sua maggioranza come per le aree idonee, o acquisterà più autonomia di giudizio intestandosi i punti salienti della nuova legge? Al momento non è dato sapere come si proseguirà. L’unico punto fermo, per la giunta, è che la legge dovrà contenere il grimaldello per scardinare gli attuali direttori. Su questo punto la maggioranza è d’accordo, ma visto che i giochi si faranno in aula, perché di definito prima di fine mese non ci sarà nulla, è scontato che le opposizioni avranno gioco facile a rintuzzare gli attacchi, anche se per adesso anche la minoranza gioca con le carte coperte.

«Abbiamo presentato una ottantina di emendamenti soppressivi», dice Antonello Peru (Sardegna 20Venti), «soprattutto perché questa legge è inutile, non riforma o riorganizza la sanità sarda. Per quella bastano le delibere di giunta. A meno che la maggioranza non abbia voluto mettere in piedi questa lunga trafila solo per arrivare a cambiare i direttori generali». Qualche decina di emendamenti soppressivi anche dai Riformatori, «ma la sostanza la depositeremo in aula, vediamo come si formerà il consenso su trasferimenti di ospedali, sulle competenze di Ares e sui Cau», ribatte Umberto Ticca (Riformatori). Un centinaio di emendamenti da Fratelli d’Italia. Corrado Meloni giudica «inappropriata l’accelerata sui tempi voluta dalla maggioranza», ma non si sbilancia su quali emendamenti di sostanza il suo gruppo presenterà in aula. Tutti, maggioranza e opposizione, ripartiranno da zero, al punto che a oggi è difficile immaginare quanto sarà articolata la legge di riforma. Conterrà gli elementi necessari al commissariamento o disegnerà ambiti, competenze e funzioni delle Aziende? Aumenterà o ridurrà le competenze di Ares, principale oggetto di critiche in questi mesi di commissioni? Insomma sarà una legge maxi o una leggina? Dagli incontri di maggioranza si capirà qualcosa di più.

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