Svimez, la Sardegna avanza: boom delle costruzioni
Segnali positivi, isola prima per crescita dell’edilizia con +26%. In aumento gli occupati: +2,7%
Cagliari Piccoli segnali positivi per l’economia sarda, in uno scenario comunque complesso per il paese e il sud, attesi da un triennio non facile.
Nell’ultimo suo rapporto Svimez analizza lo stato di salute delle Regioni. Lo studio presentato oggi 12 febbraio a Roma, è stato redatto in collaborazione con Ref Ricerche ed è relativo al triennio 2024-2026.
Il primo dato che balza agli occhi è che tutte le Regioni con una forte attività industriale mostrano segni di contrazione, con un trend condiviso con gli altri paesi europei. Nel nostro caso la contrazione maggiore è al centro nord. La Sardegna è al terzultimo posto di questa classifica, ma solo perché l’industria pesa per l’8 per cento sula base degli occupati, e quindi soffre di meno la congiuntura, mettendo invece a segno per il 2024 dati con il segno più.
Sempre per l’occupazione l’isola per i primi nove mesi del 2024 segna un incremento di occupati nell’industria in senso stretto del 7 per cento, inferiore solo alla Sicilia. Crescita importante, ma numeri assoluti ridotti.
Nelle costruzioni i numeri sono più consistenti. Il biennio 23-24 si chiude con un + 26 per cento, rispetto al biennio precedente, trascinato sicuramente dagli incentivi. Questo dato colloca l’isola al primo posto tra tutte le Regioni, seguita da Sicilia, Campania e Veneto.
Se a questo valore sommiamo l’evoluzione del credito nel settore privato, in fase di contrazione, vediamo che la Sardegna è una delle regioni che perde di meno nelle variazioni delle compravendite immobiliari.
Svimez ritiene così «probabile che anche il 2024, in linea con quanto è emerso negli ultimi anni, abbia presentato una elevata dispersione degli andamenti regionali. Sulla base delle informazioni disponibili, nell’anno che è appena terminato i risultati più significativi in termini di Pil avrebbero caratterizzato Toscana (+1,55%), Umbria (+1,18), Sardegna (+1,50%) e Sicilia (+0,96%)». La prudenza però è d’obbligo. Svimez ricorda che «i dati evidenziano una sovraperformance di alcune regioni meridionali, che peraltro appare in continuità con quanto già emerso nel corso degli anni precedenti. Tali differenziali rappresentano indubbiamente un aspetto significativo. Tuttavia buona parte di tale performance sembra riconducibile alle specificità del quadro macroeconomico degli anni scorsi, e soprattutto al segno delle politiche economiche, e non anticipano necessariamente una discontinuità di carattere strutturale». In sostanza l’onda lunga post-incentivi Covid lascia ancora tracce qui da noi, a differenza di quanto accade nel resto del paese.
Il confronto dei primi nove mesi dell’ultimo biennio segna comunque un dato positivo per gli occupati sardi, + 2,7 rispetto alla media nazionale dell’1,8 e al Sud del 2,4.
Le previsioni sul Pil per i prossimi anni vedono per la Sardegna la crescita nel 2024 dell’1,5. Un dato che non deve far illudere. Quest’anno secondo Svimez si avrà solo un + 0,77, che salirà a 0,85 nel 2026.
Gli ultimi due dati non sono positivi. Riguardano gli investimenti nell’isola. Solo nel 2024 questo dato è superiore alla media nazionale, con una crescita dell’1,4 per cento sull’anno precedente. Nel biennio 25-25 si prevedono valori pari a zero, con una decelerata particolare per gli investimenti della pubblica amministrazione.
L’ultimo dato è significativo perché riguarda le esportazioni, esclusi i prodotti energetici. Nel 2024 la crescita sarda è stata sostenuta, due volte e mezzo la media del sud, con un valore del 4,2 per cento rispetto al biennio precedente, vicino a quello dell’Italia centrale. Per questo biennio di prevede un dato negativo, con un rimbalzo a ritroso sino a - 1,65 per cento. Peggio di noi fa solo la Valle d’Aosta.