La Nuova Sardegna

Il caso

Esami sostenuti di domenica nell’università delle “lauree facili”, le ombre sul titolo di studio della ministra Marina Elvira Calderone

Esami sostenuti di domenica nell’università delle “lauree facili”, le ombre sul titolo di studio della ministra Marina Elvira Calderone

L’inchiesta del Fatto Quotidiano sulla consulente del lavoro di Bonorva

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Sassari Un’inchiesta del Fatto Quotidiano solleva dubbi sul titolo di studio della ministra del Lavoro, a bonorvese Marina Elvira Calderone, che avrebbe conseguito nel 2016 una laurea magistrale in Gestione aziendale presso la Link Campus University di Roma, ex "Libera Università di Malta", nota per le cosiddette "lauree facili".

Secondo il quotidiano, Calderone non avrebbe mai ottenuto una laurea triennale presso l’Università di Cagliari, come inizialmente riportato da Wikipedia e dai media. La sola laurea rimasta sarebbe quella della Link, ma anche su questa emergerebbero anomalie.

Il Fatto riferisce di aver visionato il libretto universitario della ministra, dove comparirebbero esami sostenuti in giorni festivi, diversi di domenica, quando l’ateneo risultava chiuso. In alcuni casi, Calderone avrebbe sostenuto due esami nello stesso giorno.

Pare inoltre che non risulti, nei registri ufficiali del Ministero dell’Istruzione, il conseguimento della laurea triennale, necessaria per accedere alla magistrale. La ministra avrebbe però ottenuto convalide di esami effettuati in precedenza presso un’università non riconosciuta in Italia all’epoca.

Sempre secondo Il Fatto, il costo complessivo del corso sarebbe stato molto basso: solo una parte delle tasse universitarie risulterebbe pagata, mentre oltre 5mila euro sarebbero ancora “da saldare”.

Il quotidiano sottolinea anche possibili conflitti d’interesse: durante il percorso accademico di Calderone, suo marito sedeva nel CdA della Link, e lei stessa – da presidente dell’Ordine dei consulenti del lavoro – aveva stretto convenzioni con l’ateneo. Inoltre, l’ente previdenziale della categoria, sotto la sua guida, avrebbe investito 15 milioni in un fondo legato alla ristrutturazione degli immobili universitari. Nonostante le richieste di chiarimenti, Il Fatto riferisce di non aver ricevuto risposta dalla ministra né dal suo staff.

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