La Nuova Sardegna

La storia

Dipendente malata di cancro: ferie obbligate e no al rinnovo del contratto

Dipendente malata di cancro: ferie obbligate e no al rinnovo del contratto

La giovane di Cassino racconta la sua storia: «Anche durante i cicli di chemio sono sempre andata al lavoro»

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CASSINO Una giovane donna di Cassino, affetta da un tumore al secondo stadio, si è vista negare il diritto alla malattia e, di fatto, allontanata dal lavoro in un momento delicatissimo della sua vita. A raccontare la sua storia Il Messaggero. Dopo sette mesi di contratto a tempo determinato come categoria protetta, in una società operante anche a Piedimonte San Germano, la donna – che non ha mai fatto mancare la sua presenza sul lavoro, nonostante la malattia e le sedute di chemioterapia – ha subito una mastectomia bilaterale con ricostruzione e svuotamento ascellare al policlinico Gemelli di Roma. 

Il 24 marzo era stata costretta a prendersi alcuni giorni di malattia, con certificazione medica fino al 30 marzo. Il suo intento, dichiarato, era di rientrare in ufficio il prima possibile, anche per "distrarsi" e ritrovare un minimo di normalità. Tuttavia, il 2 aprile l’azienda le ha comunicato che avrebbe dovuto usufruire delle ferie residue fino al termine del contratto, il 24 aprile, data oltre la quale non sarebbe stato previsto alcun rinnovo.

La decisione ha colpito duramente la lavoratrice, sia sul piano umano che economico: non solo è stata esclusa dal diritto alla malattia, ma anche privata della possibilità di ricevere le ferie non godute nel Tfr, per un valore stimato di circa 700 euro. Una cifra che, per chi è in difficoltà e sta per perdere il lavoro, rappresenta un piccolo ma fondamentale aiuto. «Ho fatto tutto ciò che potevo per non pesare sull’azienda – racconta la giovane a Il Messaggero – anche durante i cicli di chemio mi sono sempre presentata al lavoro. Non mi aspettavo una proroga per forza, ma almeno di ricevere quanto mi spettava. Invece mi hanno collocata in ferie forzate senza alcun bisogno reale».

A raccogliere e rilanciare il suo appello è il consigliere comunale di Cassino, Carmine Di Mambro, da sempre impegnato nella tutela dei diritti dei malati oncologici: «È inqualificabile – ha detto – che una donna debba affrontare anche l’umiliazione di essere privata di un diritto essenziale. Porterò questa vicenda in tutte le sedi istituzionali per chiedere giustizia».

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