Agroindustria, speranze e potenzialità di un ettore strategico
Grande concentrazione del settore, predominanza della produzione di formaggi ovini, scarso dinamismo delle imprese più giovani rimangono le costanti dell’agroalimentare in Sardegna
Per fotografare dall'alto il settore dell'agroindustria possiamo ricorrere ad alcuni dati dell'Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (ISMEA). La produzione agricola a prezzi base di tutti i comparti nel 2022 in Sardegna ammonta a circa 2,33 miliardi di euro, con una crescita del 21% rispetto al 2021. Tuttavia, nello stesso arco temporale il valore dei consumi intermedi, il costo dei fattori produttivi utilizzati in agricoltura, è cresciuto del 22%. Il picco di aumento dei costi dei fattori si è avuto con i fertilizzanti (+59%), energia motrice (+46%) e mangimi (+20%). La crescita del valore della produzione è quindi stata in gran parte dovuta ad aumenti dei prezzi dei fattori, che hanno spinto in alto i prezzi al consumo.
La Sardegna con la metà dei capi ovini di tutta l'Italia, 4,5 volte quelli della seconda regione in classifica, la Sicilia; con l'85,4% della superficie coltivata dedicata alle produzioni foraggere è, come ben si sa, fortemente specializzata sull'allevamento e in particolare su quello ovino. Con questi dati in mente e osservando la classifica delle Top1000 notiamo che essa riflette pienamente questa struttura produttiva. Poco è cambiato rispetto alle precedenti edizioni di Top1000. Grande concentrazione del settore, predominanza della produzione di formaggi ovini, scarso dinamismo delle imprese più giovani, sono le costanti dell’agroalimentare.
Tra le prime 20 imprese della classifica 11 appartengono al settore della produzione di derivati del latte, con al primo posto la 3A di Arborea e Fratelli Pinna, CAO, Sardaformaggi, LAIT di Ittiri rispettivamente al quarto, settimo, ottavo e decimo posto. Dall’11° al 14° posto abbiamo in ordine SEPI Formaggi, Centro Trasformazione Latte di Serrenti, la Latteria Sociale la Concordia di Pattada e la Casearia Podda. Chiudono la lista delle più grandi del lattiero caseario la Lacesa di Bortigali al 17° posto e la Agriexport di Ozieri al 20°.
Il totale dei ricavi delle imprese del lattiero-caseario incluse in Top1000 ammonta a quasi 800 milioni di euro, e 2,3 milioni in media, con una crescita media dei ricavi del 22%. Nelle altre posizioni tra le prime 20 sono presenti un po'tutti i settori con la SIMEC al 2° posto e il Pastificio F.lli Cellino al 4° per le farine e produzione di pasta, la Generale conserve al 3° posto per la lavorazione del pesce, la Cooperativa Produttori Arborea al 6° posto rappresentanti dell'rtofrutta e la produzione di carne, per i mangimi Chessa al 9° e Profenda al 15° posto.
Il settore vitivinicolo è rappresentato al 16° posto da Sella e Mosca, per il settore merceologico delle conserve la Casar occupa il 18° posto e al 19° Milia srl per la lavorazione della carne.
Il vitivinicolo della Sardegna si colloca bene in Italia per numero di vini DOP e IGP. Escludendo le tre regioni campioni mondiali (Piemonte, Toscana e Veneto) la Sardegna si colloca immediatamente dopo la Lombardia, il Lazio e la Puglia, con 18 DOP e 15 IGP. Le 14 imprese nelle Top1000 hanno ricavi che superano i 140 milioni, con ricavi medi oltre 10 milioni di euro. In cima alla lista, oltre alla già citata Sella e Mosca, Argiolas perde qualche posizione collocandosi al 21° posto, seguita al 24° posto dalla Cantina di Santa Maria la Palma e al 36° posto dalla Cantina di Santadi. Da segnalare tassi di crescita dei ricavi oltre la media per la Silvio Carta (+21%) e per la Cantina del vermentino di Monti (+18%). Nella lavorazione del pesce, oltre alla Generale Conserve, si segnala la Smeralda, al 53° posto, con quasi 9 milioni di ricavi, e la Sarda Affumicati al 72° posto, per la quale si segnala anche una crescita di oltre il 22%.
Tra le Top1000 crescono in media anche i ricavi delle 13 imprese del settore della lavorazione delle carni, che si attestano oltre i 144 milioni di euro, con un +8,5%. Al 34° posto troviamo la Forma srl, seguita da Coalbe e Nuova centro carni rispettivamente 38° e 39° posto. Da segnalare l’Euro Sarda Ovinex di Pattada che vede crescere il fatturato del 23% circa, grazie anche alle certificazioni di qualità, inclusa quella Halal. Le imprese del settore delle granaglie vedono crescere i loro ricavi in conseguenza dell’aumento dei prezzi sui mercati internazionali.
Segnaliamo tra le Top1000 il +38% della Ercole Cellino, il +23% della Nova Agri, il +20% di Brundu srl. Più ridotta la crescita nel settore del riso con un +16% per Riso della Sardegna spa.
Crescono anche i ricavi delle 8 aziende in Top1000 specializzate in prodotti da forno, con un +25% di crescita media. In classifica, oltre alla già citato Pastificio Cellino, troviamo al 27° posto Fette di Sole, con oltre 16 milioni di euro di ricavi, e una crescita oltre il +33%, la Carmelo Oggiano, il Panificio Battacone e La Casa del Grano rispettivamente al 73°, 79° e 82° posto.
Guardando in prospettiva ISMEA segnala che nel 2023 è stato registrato un aumento del valore delle esportazioni dell'groalimentare della Sardegna del 2,2%, con un +3.4% per l'ndustria alimentare, e un valore del saldo commerciale di -2,8 milioni di euro. Considerando che nel 2022 il saldo dell'industria alimentare è stato negativo per 80 milioni, questo recupero del valore delle esportazioni rispetto a quello delle importazioni è certamente un segnale positivo per la prossima edizione.