«Dobbiamo progettare e coordinare i collegamenti»
L’assessora Manca: «Fondamentale integrare gomma e ferro, ma anche la viabilità interna con i trasporti aerei e navali»
Barbara Manca 44 anni, ingegnera libera professionista, da poco più di un anno è assessore regionale ai trasporti. Sino alla sua nomina, avvenuta non senza stupore, era da tre anni assessore alla mobilità del comune di Quartu e in precedenza consigliare di amministrazione del Ctm, il Consorzio trasporti e mobilità dell’area metropolitana di Cagliari. In questi dodici mesi l’assessore si è trovata a gestire partite politicamente complesse e tecnicamente delicate, come la continuità aerea, la continuità per le isole minori, e il rinnovo dei bandi per la continuità marittima. Il suo assessorato, per personale e dotazioni finanziarie è considerato la “cenerentola” dei diversi incarichi in giunta, anche se nel passato ha portato bene: Christian Solinas, prima di diventare presidente della Regione è stato assessore ai trasporti, giunta Cappellacci. In questa intervista l’assessore parla del presente e del futuro, immediato e lontano.
Purtroppo se c’è un ambito di governo alieno dal “tutto subito”, questo è proprio quello legato alle regole e alle infrastrutture di trasporto. I risultati di una oculata attività programmatoria, alieni dalla propaganda e dal consenso immediato, si possono vedere solo col tempo. Dopo decenni di studi e promesse, il sistema di collegamenti dentro e fuori isola è tutto tranne che un sistema, al massimo è la somma di iniziative distinte.
Su progettualità globale e finanziamenti, come pensate di intervenire? «L’integrazione tra i modi di trasporto è un fattore imprescindibile per garantire il massimo nell’efficienza ed efficacia del sistema di trasporto. I sistemi di trasporto non possono essere progettati per “Linee di desiderio”, moltiplicando i servizi di trasporto per soddisfare singole relazioni origine destinazione, ma devono operare in una rete integrata dal punto di vista funzionale e tariffario. L’integrazione non deve essere vista solo tra sistemi di trasporto pubblico collettivo, tra la gomma e il ferro e tra queste e il sistema aereo e navale, ma anche tra questi e il sistema viario attraverso una corretta opera di pianificazione e progettazione che tenga conto dell’approccio multimodale. Per questo occorre attuare un’integrazione tra la pianificazione urbanistica e quella dei trasporti. Ci vuole tempo, non sono processi che si chiudono in mesi o anni. Per questo motivo stiamo definendo all’interno del Piano Regionale dei Trasporti con orizzonte temporale 2036, che favorisca l’integrazione tra tutti i servizi. E non può essere costruito solo a livello regionale».
E qui veniamo al capitolo di regola più doloroso: le risorse. La Regione non potrà da sola affrontare i diversi filoni del problema. «È evidente. Per questo stiamo lavorando su più fronti: massimizzare l’utilizzo dei fondi europei e nazionali, partecipando ai bandi dedicati alle infrastrutture e alla mobilità sostenibile; stipulando accordi di cofinanziamento con il Governo, come avviene per le grandi opere ferroviarie e portuali, con partnership pubblico-private, soprattutto nel settore dell’innovazione tecnologica e della digitalizzazione del trasporto pubblico. La Regione da sola non può né finanziariamente né dal punto di vista regolatorio, decidere il futuro del sistema secondo le sue esigenze».
Pianificazione e risorse. Siamo in arretrato su entrambi i lati? «Sul primo sicuramente. Il Consiglio regionale ha approvato il Piano Regionale dei Trasporti che manca nel 1993; poi ci sono stati solo aggiornamenti. Da allora è cambiato tutto. Redigere un nuovo strumento programmatorio per noi è per noi una priorità massima. Sui fondi possiamo fare, in assenza di studi, solo ipotesi, ma si tratta di almeno quattro miliardi, solo per rendere il mix di trasporti efficace. Ecco perchè serve un mix di fondi nazionali, europei e regionali».
Quali sono, allo stato, le vostre principali fonti di finanziamento? «Fondi statali, in particolare le risorse del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC) e gli Accordi di Coesione con il Governo. Fondi europei, come il POR FESR Sardegna, che sostiene investimenti strategici per la mobilità sostenibile, e il PNRR, che in particolare finanzia progetti innovativi come lo sviluppo dell’idrogeno per il trasporto pubblico. Fondi regionali, destinati soprattutto ai servizi di trasporto pubblico, per garantire la continuità territoriale e il miglioramento dell’accessibilità interna all’Isola. Stiamo lavorando con il Governo per ottenere risorse adeguate e con le istituzioni europee per accedere a ulteriori finanziamenti».
Vostri obiettivi a medio e lungo termine per i tradizionali assi? «Puntiamo a un sistema capillare e integrato, con centri di mobilità principali e secondari, connessi e digitalizzati in tutto, con un rete ferroviaria tutta elettrificata, più collegamenti aerei internazionali e interni ». E per l’Einstein Telescope? «Intanto realizzare la Nuoro-Abbasanta su ferrovia, poi connettere meglio la tratta Olbia-Nuoro. Due interventi indispensabili».