Palazzo Giordano, un tesoro recuperato
L’edificio ottocentesco riportato ai fasti del passato dopo i lavori voluti dalla Banca di credito sardo-Intesa San Paolo
SASSARI. Sette mesi di lavoro, venticinque operai, sei restauratori per riportare Palazzo Giordano all’antico splendore. La Banca di Credito sardo e la Soprintendenza architettonica hanno restituito alla città uno dei gioielli più preziosi. Il restauro del prestigioso edificio, che affaccia su piazza d’Italia, è stato inaugurato ieri, presenti il sindaco Gianfranco Ganau e il presidente della Provincia Alessandra Giudici, durante una cerimonia nella sala di rappresentanza dell’istituto bancario. Un lavoro certosino, realizzato con cura da un’equipe di specialisti diretta dall’architetto Antonello Proietti.
L’intervento più massiccio ha riguardato l’androne d’ingresso le cui pareti, negli anni, erano state più volte rimaneggiate con l’impiego di vernici. In quella parte del palazzo, il paziente lavoro dei restauratori, che hanno rimosso due distinti strati di colore, ha consentito di riportare all’origine partiture e capitelli in finto bronzo nel rispetto della filologia dell’edificio, realizzato, in stile neoveneziano, nel 1877. Interventi di una certa importanza hanno riguardato anche le pareti e la volta decorata dello scalone d’ingresso che dal piano terra porta agli ambienti del primo piano, comunemente indicato come la parte nobile del palazzo. Nella sala di rappresentanza, quella in cui si è svolta la cerimonia, presenti, fra gli altri, il presidente dell’Istituto Giorgio Mazzella e il direttore generale Pierluigi Monceri, i restauratori hanno lavorato non solo sulle decorazioni delle volte, ma anche su arredi e complementi, compresi gli infissi interni ed esterni. Particolarmente laborioso è risultato il restauro conservativo dei dipinti su pareti e volte in cui elementi mutuati dalla cultura classica sono, all’interno del palazzo gentilizio, un motivo dominante. Ciò che sorprende è la cura con cui il barone Giuseppe Giordano Apostoli fece arredare il palazzo in una Sassari di fine Ottocento in cui di certo il lusso e lo sfarzo non erano comuni. «Niente era affidato al caso - ha spiegato l’architetto Proietti - ogni oggetto, ogni accessorio erano realizzati su misura e in modo del tutto funzionale agli ambienti di questa residenza decisamente sfarzosa». Basti pensare che il mobilio e le infrastrutture in legno, compresa una bellissima scala a chiocciola che porta al secondo piano, furono affidati al prestigioso laboratorio di falegnameria dei fratelli Clemente. Persino la scala secondaria, un tempo usata dal personale di servizio, venne realizzata nel rispetto dello stile architettonico che dà l’impronta a tutto l’edificio. Il delicato intervento, eseguito sotto la vigilanza della Soprintendenza architettonica, diretta dall’architetto Daniela Scudino, si è concluso nei giorni scorsi. Palazzo Giordano, un tempo sede del Banco di Napoli, oggi ospita la Banca di Credito sardo che proprio ieri, in concomitanza con la consegna del restauro, ha inaugurato una nuova filiale in via Prunizzedda. Dopo la cerimonia, arricchita da una breve presentazione della storica dell’arte Wally Paris, e il buffet, allestito nella splendida terrazza all’ultimo piano del palazzo, la serata si è conclusa con la performance di un quintetto d’archi e pianoforte composto da giovani musicisti del Conservatorio.
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