La Nuova Sardegna

Sassari

Concordia, parrucchiera chiede 1 milione alla Costa

di Elena Laudante
Concordia, parrucchiera chiede 1 milione alla Costa

Daniela Cano, di Alghero, era svenuta durante il caos a bordo dopo l’impatto al Giglio: è stata ammessa tra le parti civili dal gup di Grosseto

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SASSARI. Poco dopo che la Costa Concordia, nel suo infausto inchino all’isola del Giglio, piombasse sulle rocce delle Scole, era svenuta, nel bel mezzo del caos, e si era risvegliata mentre un’amica l’aiutava a guadagnare un posto sulle scialuppe di salvataggio. Poco prima era a tavola, seduta, quando alle 21.42 di quel 13 gennaio 2012, la nave di Francesco Schettino era finita sugli scogli del Giglio, causando la morte di 30 persone.

Tra le parti civili di quel naufragio, ieri il giudice dell’udienza preliminare di Grosseto ha ammesso anche Daniela Roberta Cano, 47 anni, di Alghero, parrucchiera che con quel viaggio sperava di cambiare la sua vita. Partecipava al reality dedicato ai curatori d’immagine, ma è divenuta una delle centinaia di involontari protagonisti di una delle più grandi sciagure del Mediterraneo.

Daniela Cano non è tornata a Grosseto ieri, dove il gup Pietro Molino ha ammesso circa 26 milioni di euro di richieste di risarcimento da parte dello Stato alla Costa Crociere. E accettato, come persone offese che hanno diritto a chiedere i danni, anche 250 passeggeri come lei, che di quel pacchetto vacanze a buon prezzo conserva solo il ricordo della paura. Per lei, in aula, alla prossima udienza del 14 maggio, ci sarà l’avvocato Paolo Cavaglieri, che la rappresenta nell’ambito di un pool di difensori che fanno fronte comune contro Schettino e gli altri imputati, e il colosso delle navi da crociera, citato dalle vittime come responsabile civile. Agli imputati la parrucchiera di Alghero chiede un milione di euro di danni, che sono soprattutto di natura non patrimoniale. Si riferiscono allo shock subito e al «disturbo da stress cronico e d’ansia generalizzato - scrive l’avvocato nella citazione - che ha causato una riduzione del funzionamento sociale e lavorativo», e un’invalidità del 36 per cento. Il documento ripercorre gli attimi di terrore vissuti a bordo, epilogo di una serata iniziata con un drink al bar e una telefonata alla figlia rimasta ad Alghero. Era stata lei ad accompagnarla in aeroporto, la mattina del 13 gennaio 2012, da dove avrebbe poi raggiunto Fiumicino e di lì Civitavecchia. Ma quello non sarebbe stato solo un periodo di relax per Daniela, piuttosto rappresentava l’occasione per dimostrare il suo talento davanti alle telecamere di un reality, “Professione look maker” condotto da Francesca Rettondini. Oltre alla visibilità, i partecipanti si sfidavano per vincere un premio di 100mila euro, cifra inserita dal legale Cavaglieri nella richiesta di risarcimento come danno derivante da una “perdita di chance”. Ma quella possibilità andava pagata. E infatti il costo della settimana di crociera, di solito a buon mercato vista anche la bassa stagione, era invece di 2mila euro.

Arrivata a bordo con un’amica e collega di Orosei, Antonella Marteddu, Daniela si era sistemata in cabina, aveva riposto gli indumenti in armadio, non sapendo che non li avrebbe più rivisti. Poi era andata ad una riunione di lavoro e in seguito al bar, verso le 20.30, per un aperitivo con i nuovi colleghi. Alle 21, scattava il secondo turno ristorante, il suo. Ma invece dell’arrivo delle portate, aveva visto i piatti cadere dalla tavola, e avvertito una fortissima vibrazione seguita a un boato. Era la falla da 70 metri che si era aperta sul lato sinistro. Allora era andata in cabina per cambiarsi, poi era tornata in cerca di un posto sulla scialuppa, ma «nel fuggi fuggi di gente che non sapeva dove andare - scrive il difensore - era svenuta». Solo grazie all’amica si era ripresa, ed era riuscita a salire su una scialuppa di salvataggio, proprio mentre la nave si inclinava pericolosamente, quasi nella posizione in cui è oggi.

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