La Nuova Sardegna

Sassari

MEMENTO Villa Ticca, citazione incompresa del “genio eclettico”

di Alessandro Ponzeletti
MEMENTO Villa Ticca, citazione incompresa del “genio eclettico”

Realizzata nel 1932 da un facoltoso imprenditore dorgalese, la residenza di via Oriani è ispirata allo stile del progettista fiorentino Luigi Coppedè (1866-1927)

16 giugno 2014
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Posta in via Oriani, nel tratto basso, Villa Ticca è un’inaspettata quinta architettonica se paragonata alle tipologie contemporanee delle abitazioni circostanti. D’aspetto quasi fiabesco, forse oggi colpisce la fantasia dei bambini. Fu progettata e costruita, come riferitomi da un discendente, nel 1932 da Giovanni Maria Ticca, ingegnere e noto imprenditore della prima metà del Novecento, membro della facoltosa famiglia originaria di Dorgali che ha espresso fino ad oggi diverse figure del panorama imprenditoriale sardo.

Villa Ticca sorse come residenza suburbana, posta sul margine sinistro (giungendo da Sassari) dell’allora strada vicinale (oggi via Oriani) che, discendendo dal pianoro dove passa via Roma, risaliva il declivio in direzione di Monte Bianchinu e portava in antico fino a Osilo. Arrivando da Sassari si faceva subito notare l’ingresso conformato ad archivolto, preceduto da una piccola rampa inclinata ed affiancato da un torrino con balconcino a quarto di circonferenza inserito pittorescamente a ridosso.

Questo torrino, sormontato da una merlatura, in realtà è formato semplicemente da due spallette di muratura ben modellate e a questo “vezzo” architettonico si sommano altri elementi come il rosone su via Oriani e le altre finestre centinate, ossia terminanti ad arco, poste sui vari prospetti: tutte le aperture presentano dei laterizi a vista formanti della cornici ai lati o superiormente. In cima al torrino poi si nota un ferro battuto artistico. Ebbene questi elementi sono un vero e proprio omaggio e richiamo al genio “eclettico” (stilisticamente parlando) di Luigi Coppedè (Firenze, 26 settembre 1866 – Roma, 20 settembre 1927), progettista di edifici e strutture in varie città italiane e, soprattutto, del quartiere romano eretto nel 1919 e che da lui prese il nome (piazza Mincio e vie limitrofe della Città eterna). Giovanni Maria Ticca ripropose per sé e per i sassaresi un assaggio di eclettismo di qualità che però ancor oggi non è pienamente apprezzato.

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