Mara: è morto Frantziscu Sale, fra gli ultimi grandi poeti
MARA. Frantziscu Sale, uno fra gli ultimi grandi poeti estemporanei sardi ha concluso, all’età di ottantadue anni, un’esistenza ricca di amore per la sua terra, la famiglia e i suoi compaesani,...
MARA. Frantziscu Sale, uno fra gli ultimi grandi poeti estemporanei sardi ha concluso, all’età di ottantadue anni, un’esistenza ricca di amore per la sua terra, la famiglia e i suoi compaesani, valorizzata dalla semplicità e grandezza della sua poesia. Un affetto che ha perfettamente espresso in particolare in “Su crastu ‘e sa pedra longa”, in “Adiu” e “Babbu Peralta”. Nella sua lunga carriera, durata venticinque anni e trascorsa sui palchi di tutta la Sardegna a confrontarsi con colleghi come Remundu Piras, con il quale, nel 1976, esordì a Ghilarza in occasione della festa di San Cristoforo, Peppe Sozu, Agus, Mura, Piredda, Seu, Zizi, Pazzola, Masala, è emersa la grande capacità creativa la semplicità e pulizia delle sue rime. Fin da adolescente il grande poeta marese aveva curato l’emergente passione per il canto rimato e, già nel 1948, a soli sedici anni, a Mara, aveva fatto la prima esperienza sui palchi accostandosi in “una disputa verbale” ai grandi maestri come Remundu Piras e Antoni Piredda.
Fu un’esperienza importante che però accantonò momentaneamente, forse per cogliere il significato profondo e la natura identitaria delle gare paesane, per risalire definitivamente sui palchi delle sagre ed essere accolto con grande affetto e ammirazione dai numerosi cultori e appassionati della poesia. Inizio così la nuova brillante carriera di poeta estemporaneo, ricca di soddisfazioni e confortata dal gradimento degli ascoltatori, deliziati dalle dispute poetiche con i grandi poeti che sui palchi interpretavano, con grande semplicità e purezza, virtù e difetti della comunità. Purtroppo però l’impegno di Frantziscu Sale fu spesso ostacolato dalle condizioni di salute precarie che lo costringevano a grandi sacrifici per poter competere sui palchi, fino alla sofferta decisione di ritirarsi nella sua casa di Mara, fra i suoi familiari, ma non di rinunciare alla poesia che continuò a onorare con importanti e apprezzabili composizioni “a taulinu”. (e.m.)