Sassari, il dolore di una figlia: «Cimitero, hanno tumulato mamma senza di me»
La cantante folk Silvia Sanna esprime il suo sconcerto: siamo arrivati con 20 minuti di ritardo e gli operai avevano chiuso la tomba
SASSARI. Mette tristezza vedere come il lutto, l’affetto, il dolore, l’ultimo saluto a un proprio caro possano essere triturati nella banale routine. Quello che due giorni fa è accaduto al cimitero di Sassari fa davvero riflettere su una certa anestesia dei sentimenti.
La storia è tutta distillata in un post su Facebook: «Aspetto con ansia la tumulazione di mia madre e con molta indifferenza la fanno senza aspettarci.... non ho ancora realizzato se sono più incazzata o dispiaciuta».
A scriverlo sulla sua bacheca è la cantante folk Silvia Sanna. «Mia madre Aurora – racconta – è morta lo scorso settembre. Rispettando la sua decisione abbiamo deciso di farla cremare. Non c’è stata la possibiltà di seppellirla subito, e quindi l’urna è rimasta in attesa sino all’altro giorno».
Funziona così: il Comune compila il calendario con tutte le date relative alle tumulazioni. Lo comunica alle agenzie funebri alle quali poi spetta informare i propri clienti. E così è avvenuto: «Il nostro appuntamento era fissato per venerdì mattina, ore 9,30, al cimitero. Siamo andati puntuali e ci siamo diretti agli uffici. Infatti ero convinta che ci fosse qualche documento da firmare».
Ma quella mattina gli uffici erano particolarmente affollati, e prima di arrivare al proprio turno passano una decina di minuti. «A quel punto vado alla tomba di mia madre ma una volta arrivata ho trovato l’amara sorpresa: c’era solo della terra smossa, la tomba era stata già chiusa e io non ho potuto darle l’ultimo saluto».
A quel punto Silvia Sanna chiede spiegazioni al muratore e la risposta la lascia di sasso: «Oggi c’era parecchio lavoro da fare, non abbiamo trovato alcun parente, non potevamo aspettare oltre». In questa funebre catena di montaggio trenta minuti non valgono il dolore di una figlia o dei parenti. «Nessuno che abbia pensato: fermiamoci un attimo, chiediamo se i parenti sono stati avvisati, se c’è stato un disguido. Magari sospendiamo questa tumulazione e ci dedichiamo alle altre. Niente: hanno sbrigato la pratica come se di una pratica qualunque si trattasse. Io avevo contattato anche il prete per una benedizione, perché credo nell’importanza dell’ultimo saluto. E invece l’urna di mia madre è stata consegnata nelle mani di un perfetto sconosciuto, ed è stata tumulata da un perfetto sconosciuto, senza alcun affetto intorno, con una indifferenza che lascia senza parole». La notte naturalmente i pensieri si accavallano e rubano il sonno: «Mi sono venute in mente le peggior cose: che l’urna non fosse quella di mia madre, che non fosse stata adagiata con la gentilezza che merita. Una figlia dovrebbe avere il diritto di accompagnare per l’ultima volta un genitore. E se il regolamento cimiteriale non lo prevede, allora bisognerebbe cambiarlo». Domani la tomba della signora Aurora verrà nuovamente aperta e finalmente l’addio sarà sotto lo sguardo affettuoso dei suoi cari.