La Nuova Sardegna

Sassari

Allarme su Mont’e Prama, a rischio gli espropri

di Piero Marongiu
Allarme su Mont’e Prama, a rischio gli espropri

I 500mila euro stanziati per acquisire l’area potrebbero non bastare

11 ottobre 2019
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CABRAS. Sono oltre cinque gli ettari della collina di Mont’e Prama che potrebbero essere espropriati. Non si tratta solo dell’area in cui è stato impiantato il vigneto di proprietà di Ivan Arangino ma anche di altri appezzamenti, la cui proprietà è divisa tra cinque o sei persone. Un problema per di chi sta cercando di risalire ai padroni dei terreni. Sul piatto il Comune ha messo 500 mila euro, più altri 280 mila che serviranno per la realizzazione delle opere necessarie alla messa in sicurezza del sito: opere di contenimento delle acque piovane, servizi igienici, camminamenti e quello che può essere utile ad accogliere i visitatori. Al momento, però, nessuno è in grado di dire con certezza se i soldi saranno sufficienti per concludere gli espropri. E va proprio in quella direzione la nomina di un comitato tecnico composto da diversi esperti, che sta operando insieme agli amministratori per quantificare le somme necessarie per gli espropri, le cui procedure sono state già avviate.

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«Le verifiche sono in corso – si limita a dire il sindaco di Cabras, Andrea Abis –. A breve sapremo se la disponibilità sarà sufficiente o meno». Sicuramente si è parlato anche di questo ieri mattina a Cagliari, nell’incontro tra il sindaco e la soprintendente ai beni archeologici per Cagliari e Oristano, Maura Picciau. Un incontro funzionale al lavoro di progettazione che l’amministrazione cabrarese sta conducendo già da tempo e che, oltre Mont’e Prama, riguarda anche il museo in cui sono esposte le statue e gli altri preziosi reperti rinvenuti nel sito.

Sull’esito dell’incontro il primo cittadino cabrarese non si sbilancia: «Perché la strada da percorrere è ancora lunga – dice Abis –. Posso però affermare che si è trattato di un incontro positivo e proficuo. Alla soprintendente e ad alcuni funzionari ho spiegato i nostri programmi e cosa intendiamo fare per valorizzare al meglio Mont’e Prama. Si tratta, lo voglio precisare, di un progetto molto importante, che guarda al lungo periodo, pertanto ogni suo aspetto deve essere ben valutato prima di assumere le decisioni conseguenti. Ma sono certo che questo lavoro darà i suoi frutti, e porterà benefici notevoli».

Nella visione di Abis e della sua giunta, Mont’e Prama deve diventare un luogo capace di attrarre un alto numero di visitatori, e quindi di generare una ricaduta economica e di immagine sull’intero territorio. Per vedere qualcosa di concreto, però, bisognerà attendere ancora. «Di tempi, almeno in questa fase, preferisco non parlare. Saprete ogni cosa a tempo debito».

A breve potrebbe invece parlare la soprintendenza, dopo un lungo silenzio. Qualche giorno fa l’archeologo Raimondo Zucca ha detto che presto si riprenderà a scavare. La soprintendenza non ha confermato e le critiche continuano ad arrivare da più fronti. Abis non si lascia trascinare nella polemica e precisa: «Mont’e Prama deve essere una porta d’ingresso per Cabras, per la nostra provincia e per tutta l’isola. I suoi tesori devono essere ben gestiti se vogliamo che contribuiscano a creare nuove occasioni di crescita occupazionale». Qualche giorno fa il sindaco ha anche stabilito il primo contatto informale con la segreteria del ministro per i beni culturali, Dario Franceschini: «Abbiamo gettato le basi per un ritorno del Ministro a Cabras – conclude –. I nostri concittadini possono stare tranquilli: Mont ‘e Prama è una nostra priorità».

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