L’intera annata dei carciofi sta rischiando di annegare
Maltempo: allagati 800 ettari di coltivazioni a Valledoria e Santa Maria Coghinas. Coldiretti e Cia lanciano l’allarme: «Perdite per milioni di euro»
03 gennaio 2021
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VALLEDORIA. Il maltempo imperversa e gli agricoltori cominciano a pagare il prezzo: sono circa 800, secondo le stime della Coldiretti Sardegna, gli ettari allagati tra i Comuni di Valledoria e Santa Maria Coghinas con il rischio di danni per qualche milione di euro. Le abbondanti piogge di questi giorni stanno mettendo in ginocchio gli agricoltori ed in particolare i produttori di carciofi che in questo momento sono nel pieno della produzione, in un territorio tra l’altro vocato per una delle eccellenze di punta della nostra isola che è al terzo posto tra i produttori in Italia.
«Nonostante la tenuta dei canali, l’acqua caduta nei giorni scorsi che va a sommarsi a un autunno e inizio inverno particolarmente piovoso, non ha consentito ai terreni argillosi di far defluire l’acqua condannando i carciofi all’asfissia – sottolinea il presidente di Coldiretti Nord Sardegna Battista Cualbu –. Per questo ci associamo alla richiesta di calamità naturale arrivata dal Comune di Santa Maria Coghinas. I danni sono ingenti e stanno compromettendo il lavoro di tutta l’annata, soprattutto per i produttori di carciofi che in questo momento sono in piena produzione».
«Una calamità che arriva in un’annata balorda condizionata dal Covid – evidenzia il direttore di Coldiretti Nord Sardegna Ermanno Mazzetti –. La produzione e il commercio dei carciofi hanno subìto un doppio colpo: una prima volta nell’inverno del 2021 a fine annata col primo lockdown e adesso durante le festività natalizie. Le limitazioni per contenere il Covid hanno chiuso di fatto i principali canali commerciali dei carciofi, determinandone il crollo del prezzo».
L’emergenza non è tra l’altro limitata a questo territorio. «L'attuale situazione sta ulteriormente indebolendo l'esistenza stessa delle migliaia di aziende agricole presenti nel territorio sardo – è il grido di allarme del presidente della Cia Nord Sardegna Michele Orecchioni – con le inevitabili ricadute di natura sociale». Cia Nord Sardegna chiede a tutte le istituzioni e agli organi competenti di attivarsi per mettere in atto tutte le procedure tendenti al monitoraggio, alla verifica e all'avvio di tutte le prassi burocratiche necessarie ad accertare i danni che si stanno scaricando su un'agricoltura sempre più in difficoltà, pesantemente minata dalla crisi sociale e economica in corso. «Stiamo costantemente raccogliendo le segnalazioni che arrivano dal mondo delle campagne sarde – sottolinea Orecchioni –. È necessario che le istituzioni intervengano tempestivamente in modo da garantire la sopravvivenza al settore primario sardo».
«Nonostante la tenuta dei canali, l’acqua caduta nei giorni scorsi che va a sommarsi a un autunno e inizio inverno particolarmente piovoso, non ha consentito ai terreni argillosi di far defluire l’acqua condannando i carciofi all’asfissia – sottolinea il presidente di Coldiretti Nord Sardegna Battista Cualbu –. Per questo ci associamo alla richiesta di calamità naturale arrivata dal Comune di Santa Maria Coghinas. I danni sono ingenti e stanno compromettendo il lavoro di tutta l’annata, soprattutto per i produttori di carciofi che in questo momento sono in piena produzione».
«Una calamità che arriva in un’annata balorda condizionata dal Covid – evidenzia il direttore di Coldiretti Nord Sardegna Ermanno Mazzetti –. La produzione e il commercio dei carciofi hanno subìto un doppio colpo: una prima volta nell’inverno del 2021 a fine annata col primo lockdown e adesso durante le festività natalizie. Le limitazioni per contenere il Covid hanno chiuso di fatto i principali canali commerciali dei carciofi, determinandone il crollo del prezzo».
L’emergenza non è tra l’altro limitata a questo territorio. «L'attuale situazione sta ulteriormente indebolendo l'esistenza stessa delle migliaia di aziende agricole presenti nel territorio sardo – è il grido di allarme del presidente della Cia Nord Sardegna Michele Orecchioni – con le inevitabili ricadute di natura sociale». Cia Nord Sardegna chiede a tutte le istituzioni e agli organi competenti di attivarsi per mettere in atto tutte le procedure tendenti al monitoraggio, alla verifica e all'avvio di tutte le prassi burocratiche necessarie ad accertare i danni che si stanno scaricando su un'agricoltura sempre più in difficoltà, pesantemente minata dalla crisi sociale e economica in corso. «Stiamo costantemente raccogliendo le segnalazioni che arrivano dal mondo delle campagne sarde – sottolinea Orecchioni –. È necessario che le istituzioni intervengano tempestivamente in modo da garantire la sopravvivenza al settore primario sardo».