La Nuova Sardegna

Sassari

Sassari, il bazar che vende di tutto come negli anni Cinquanta

di Dario Budroni
Sassari, il bazar che vende di tutto come negli anni Cinquanta

L’Antica Bottega di via Pettenadu resiste tra mille difficoltà al tempo che passa Costanza Marongiu: «Sfida difficile, ma ci credo. Qui c’è la storia di mia madre» 

15 giugno 2022
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SASSARI. Le certezze vacillano di colpo quando si mette piede dentro il piccolo bazar di via Pettenadu. Pochi secondi e subito ci si dimentica di vivere nel modernissimo 2022. In un angolino, per terra, c’è per esempio una vecchia pentola di zinco, di quelle che ormai non producono neanche più. «È originale, ha anche il marchio. Ma la ditta che l’ha fabbricata non esiste da un pezzo. È degli anni Cinquanta, ce l’avevamo ancora in magazzino» spiega Costanza Marongiu, da un paio di anni finita dietro il bancone del negozietto che sua madre, Grazia Pasqua Maria Melis, aprì nel lontano 1955 a pochi metri da piazza Tola. Una sfida romantica, quella della giovane sassarese che della sua vita pensava di fare tutt’altro. «Sono educatrice, ma ora sto cercando di portare avanti l’attività di famiglia – dice Costanza –. Mia mamma, però, resta la titolare. Qui c’è la sua vita. È una bella sfida, sicuramente per nulla facile. Anzi, la vedo quasi come una utopia. Ma ci voglio comunque credere». In effetti, l’Antica Bottega di via Pettenadu appare come un reperto di un tempo ormai passato. Perché qui tutto è rimasto fermo agli anni Cinquanta. Il vecchio negozietto del centro storico, con bancone, scaffali e vetrine d’epoca, si sviluppa sulla base di modelli estinti. È il classico bazar dove ci si può trovare praticamente di tutto: bidoni per l’acqua, statuine per il presepe, giocattoli, burattini, salvadanai, battipanni e teglie per la fainè.

Passato che resiste. Tutto sembra remare contro l’Antica Bottega: la crisi del centro storico, la tecnologia e i grandi magazzini della zona industriale. Ma Costanza Marongiu non ci sta a vedere la fine di una attività storica e che, una volta, rappresentava un punto di riferimento per tutti gli abitanti della zona. «Le difficoltà ci sono, noi del centro storico ci sentiamo ormai abbandonati – spiega Costanza Marongiu –. In piazza Tola adesso ci sono diversi locali, ma lavorano soprattutto la sera quando noi siamo chiusi. Ci vorrebbero quindi anche altri tipi di attività commerciali e artigianali. Magari un fioraio, una gelateria. Ma il problema è che i giovani non se la sentono di buttarsi in questa avventura. Hanno paura e li capisco, visto che non esistono incentivi e inoltre, certe volte, manca anche la sicurezza in queste vie. Noi però stiamo cercando di andare avanti, mia mamma ci tiene tantissimo».

La fiera del tutto. Costanza Marongiu non ha mai pensato di cambiare l’anima dell’Antica Bottega. «Voglio che tutto rimanga così – dice –. Questo posto è un pezzo del passato, sarebbe un peccato trasformarlo in altro. Perderebbe la sua identità. I clienti, rispetto a una volta, sono naturalmente diminuiti. La nostra forza sono però gli affezionati. Gente che sa bene che, qui dentro, si possono trovare davvero molte cose». La lista è lunga. Nel negozietto di via Pettenadu a conquistare la scena sono innaffiatoi, pentole, parrucche di carnevale, caffettiere, articoli per il teatro, bacinelle, tazze, ampolle di vetro. «Nel periodo di Natale lavoriamo bene con le statuine del presepe, sono fatte a mano. Quelle che mancano, le ordino e le faccio arrivare» spiega Costanza col sorriso. Un angolo della bottega, invece, è interamente dedicato ai giocattoli. Naturalmente di una volta. Ci sono addirittura delle Tartarughe Ninja fabbricate negli anni Novanta, ancora impacchettate e quasi magicamente in vendita.

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