La Nuova Sardegna

Sassari Se ne è andato in silenzio dopo aver lavorato nella sua caratteristica bottega di via dei Mille fino a sabato scorso. Con Francesco Fiori, scomparso ieri all’età di 91 anni (ne avrebbe compiuto 92 il prossimo febbraio) la città perde uno dei suoi personaggi più genuini e caratteristici, un barbiere che per 76 anni si è preso cura di migliaia di sassaresi: forbice, pettine, un sorriso e tanti ricordi in quel locale a pochi passi dall’Emiciclo caratterizzato dalle poltrone di pelle e dai poster ingialliti della Torres. Una bottega che Francesco Fiori ha tenuto aperta per 66 anni. Aveva iniziato giovanissimo, all’età di 14 anni, in via Cesare Battisti da un barbiere che aveva la bottega a due passi da piazza Tola e si chiamava Salvatore Poddighe.

«Mio padre mi affidò a quell’uomo nel 1946 e gli chiese di insegnarmi il lavoro – aveva raccontato nel 2020 alla Nuova Sardegna – e con lui rimasi per dieci anni. Quando mi sono messo in proprio e sono venuto a lavorare qui un taglio costava 150 lire e io pagavo 18mila lire di affitto per il locale, che poi sono riuscito a comprarmi». Un locale che aveva inaugurato nel maggio del 1957 e che adesso, malinconicamente, non aprirà più. Figlio di un calzolaio che faceva anche il custode nel palazzo dei ferrovieri di via Porcellana, Francesco Fiori lascia i figli Paola, Gian Piero, il genero Luciano e gli amati nipoti Francesca, Emanuele e Davide. Di lui si ricorderanno la gentilezza, gli anedotti, soprattutto sulle sue grandi passioni calcistiche (la Torres e la Juventus) e la passione per il lavoro. Nemmeno il covid lo aveva fermato. Come tutti aveva dovuto chiudere nei momenti più difficili, ma si era fatto trovare pronto al momento della ripartenza, sempre nel rispetto delle regole: «In tanti mi hanno chiamato – aveva detto – per supplicarmi di andare a fare un taglio a domicilio, ma ho rispettato le regole e non ho accontentato neanche mio figlio».