La Nuova Sardegna

Sassari

Tensione sociale altissima

Sparatoria a Sassari, i residenti di San Donato: «Qui gli scontri sono quotidiani e se ti lamenti vieni minacciato»

di Davide Pinna

	Via San Donato dopo la sparatoria<em> (foto Ivan Nuvoli)</em>
Via San Donato dopo la sparatoria (foto Ivan Nuvoli)

«Le bande dello spaccio si sono impadronite della strada»

20 ottobre 2023
3 MINUTI DI LETTURA





Sassari «Le bande dello spaccio si sono impadronite di questa strada e guai se provi a lamentarti». Lo racconta un ragazzo mentre si sporge oltre il nastro segnaletico dei carabinieri, che chiude il tratto di via San Donato, tra il Corso e via Lamarmora, dove ieri intorno all’ora di pranzo uno scontro fra gruppi criminali è degenerato in una sparatoria.

«L’altra sera passavo proprio qui, abito giù vicino alla scuola – racconta un altro uomo –. Avevo il telefono in mano e un gruppo mi ha aggredito verbalmente, chiedendomi se stessi facendo un video. Io ho proseguito verso casa a passo svelto e uno di loro si è messo a inseguirmi, tanto che sono stato costretto a chiamare la polizia».

Quel tratto di via San Donato, a venti metri dalla scuola e subito a ridosso della parte bassa del corso, è uno dei punti nevralgici dello spaccio. «Hanno diversi stratagemmi per nascondere le dosi. Fanno dei piccoli buchi nel muro, oppure li nascondono all’interno delle grate e delle finestre che stanno al piano terra. Probabilmente qui hanno un qualche deposito, anche se dubito che ci tengano grandi quantità. Spacciano in strada e tengono la situazione sotto controllo dalle finestre dei piani più alti, se si accorgono che sta arrivando la polizia, si danno alla fuga» spiega un signore, che poi aggiunge: «Io abitavo qua, ora sono fuggito, però ho ancora un magazzino».

La clientela è variegata: qualcuno parla di classici tossicodipendenti, ma c’è chi aggiunge: «Può capitare di vedere anche ragazzini di quindici o sedici anni, che vengono qui a fare acquisti con ancora indosso lo zaino di scuola». Un altro residente racconta: «Sa qual è il momento in cui mi sento meno sicuro? Al mattino. Intorno alle sette e mezzo questa strada è piena di gente che in altre ore non vedi, perché magari è in giro. Gente che fa i suoi bisogni sui muri, gente che spaccia, che litiga». Fra i residenti regna la sfiducia: «Ogni tanto fanno qualche arresto, ma sparito un gruppo ne arriva subito un altro. E magari, nel frattempo, c’è un periodo di anarchia in cui la situazione è ancora più preoccupante».

Gli ingredienti sono quelli della bomba sociale. Soprattutto i passanti più anziani, ma non solo, quando si avvicinano alla zona delimitata dai carabinieri, iniziano a invocare napalm e mitragliate. Qualcun altro però poi aggiunge: «Sì, ma non è una questione che puoi risolvere con l’intervento delle forze dell’ordine. Servono politiche sociali per rimettere a posto questo quartiere».

Primo piano
Libano

I soldati della Brigata Sassari alle famiglie: «Pericolo scampato grazie a Dio e ai bunker»

di Gianni Bazzoni
Le nostre iniziative