La Nuova Sardegna

Sassari

L’ordinanza

Alghero, arrestata per l’auto non pagata: 27enne non sarà estradata in Germania

Alghero, arrestata per l’auto non pagata: 27enne non sarà estradata in Germania

L'autorità tedesca ritira la richiesta di estradizione per la cameriera. Già la Cassazione aveva annullato il mandato d'arresto europeo

08 novembre 2023
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Sassari Ha battuto le autorità tedesche che l’avevano fatta arrestare dalla polizia di Sassari dopo aver spiccato un mandato di cattura europeo. Il motivo? Non aveva pagato a una finanziaria alcune rate di un’auto acquistata in Germania quando lavorava lì come cameriera.

La giovane, una 27enne di Alghero, aveva anche passato due giorni in carcere a Bancali. La corte d’appello di Cagliari – cui la Cassazione aveva rinviato il caso dopo aver annullato il mandato d’arresto – ha preso atto del fatto che l’autorità giudiziaria il 6 novembre ha ritirato espressamente la richiesta di estradizione nei confronti della donna e così ieri mattina la prima sezione penale presieduta dal giudice Massimo Costantino Poddighe ha emesso un’ordinanza con la quale ha revocato, con effetto immediato, la misura del divieto d’espatrio cui era stata sottoposta la giovane.

Un mandato d’arresto europeo che la corte di Cassazione lo scorso agosto aveva in sintesi ritenuto “immotivato” e per questo – accogliendo il ricorso presentato dall’avvocato Danilo Mattana – lo aveva annullato con rinvio alla corte d’appello di Cagliari per un nuovo giudizio. “Nel mandato – scrivevano i giudici della Suprema corte – non si specificano le ragioni che ne giustificano l’emissione”.

La decisione era arrivata a conclusione dell’udienza discussa a Roma all’esito della quale era stato sancito il “no” all’estradizione della giovane cameriera di Alghero che era stata arrestata per il reato di truffa. Ossia per non aver finito di pagare le rate di un’auto acquistata in una concessionaria che si trova in Germania.

Dopo pochi giorni la corte d’appello di Sassari aveva disposto la consegna della 27enne alla Pretura di Monaco di Baviera. Aveva però posto anche una condizione: e cioè che al termine del processo la giovane venisse rimandata in Italia a scontare la pena o eventuali misure di sicurezza privative della libertà personale.

Contro questa sentenza aveva presentato ricorso l’avvocato Mattana che, senza mezzi termini, aveva parlato di una “vera e propria follia”, riferendosi alla gravità di un provvedimento inflitto per un fatto esiguo. Tra l’altro, come aveva rilevato la stessa Cassazione, la giovane “ha ammesso i fatti e manifestato la volontà di risarcire i danni”.

La 27enne aveva lavorato per un periodo in Germania e con i primi stipendi aveva acquistato insieme al fidanzato una macchina di seconda mano da una concessionaria. Aveva pagato regolarmente le prime quattro rate, poi aveva deciso di rientrare in Sardegna. Non aveva portato con sé l’auto, una Mini, l’aveva lasciata a un collega con l’impegno, da parte di quest’ultimo, di perfezionare il pagamento delle poche rate rimanenti. Cosa che, evidentemente, lui non aveva fatto.

A quel punto la finanziaria aveva denunciato il mancato saldo ed erano partite le indagini delle autorità di polizia tedesche. Identificata la titolare del contratto – ossia la 27enne algherese – la Germania il 5 maggio aveva emesso nei suoi confronti un mandato di cattura europeo. La cameriera era stata raggiunta nel posto di lavoro dalla polizia e trasferita in carcere.

«Sebbene ci siano voluti tre gradi di giudizio – ha commentato l’avvocato Mattana – alla fine l’autorità tedesca ha realizzato di aver attivato un meccanismo giudiziario abnorme che nasce per ben altre esigenze. Un particolare ringraziamento va al procuratore generale Sergio De Nicola che si è dimostrato fin da subito sensibile alla vicenda attivando interlocuzioni con il suo omologo tedesco anche per il tramite del magistrato italiano responsabile dei rapporti con la Germania».

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