Omicidio di Ittireddu, la Cassazione: ergastolo annullato perché manca la perizia sul Dna
Nel 2015 Alessio Ara fu ucciso con due fucilate. Depositate le motivazioni della sentenza che ha disposto un nuovo giudizio per Vincenzo Unali
Sassari “La sentenza impugnata deve essere annullata perché è stata accolta la censura relativa al mancato espletamento di una perizia circa le tracce biologiche reperite e il Dna, con rinvio per un nuovo giudizio alla corte d’assise d’appello di Cagliari”.
Così i giudici della Suprema corte di Roma hanno motivato l’annullamento del verdetto con il quale l’allevatore di Mores Vincenzo Unali era stato condannato, a febbraio dell’anno scorso, al carcere a vita per l’omicidio del 37enne Alessio Ara. L’operaio era stato ucciso il 15 dicembre del 2016 con due fucilate davanti al portone di casa dell’anziana madre, a Ittireddu.
La prova “regina” indicata dall’accusa erano le tracce biologiche rilevate su un indumento che fu trovato vicino al luogo dell’omicidio e che, per la Procura, fu perso dal killer durante la fuga. Si trattava del pantalone di una tuta che sarebbe stato usato per avvolgere il fucile. Quelle tracce erano su un laccio utilizzato per chiudere l’estremità del pantalone. Il Dna risultò compatibile con quello di Unali.
Ma a maggio di quest’anno la Cassazione, accogliendo il ricorso dell’avvocato difensore Pietro Diaz, ha stabilito che il processo è da rifare. E il 9 novembre sono state depositate le motivazioni di quella decisione.
Dopo la conferma della condanna all’ergastolo, infatti, l’avvocato Luca Diaz, preannunciando il ricorso per Cassazione, aveva sottolineato l’importanza di approfondire «la prova scientifica con una perizia», che era stata invece negata dai giudici. A suo dire «né le tracce di Dna né quelle della polvere da sparo» avrebbero dimostrato che era stato «Vincenzo Unali a sparare due fucilate contro Alessio Ara».
E la Cassazione gli ha dato ragione: la perizia doveva essere eseguita.