La Nuova Sardegna

Sassari

di Giovanni Bua

Sassari, la “casa” di via Maddalenedda riapre per le donne in difficoltà

di Giovanni Bua
Sassari il centro di accoglienza per le donne chiuso in via Maddalena
Sassari il centro di accoglienza per le donne chiuso in via Maddalena

La struttura gestita dalle vincenziane era chiusa da settembre 2023

26 maggio 2024
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Sassari La casa San Vincenzo ha riaperto le porte, riprendendo a garantire assistenza e ricovero notturno per le donne, e i loro figli, in situazione di disagio sociale e abitativo. La struttura era chiusa da settembre dello scorso anno, a causa della difficoltà del gruppo di volontariato vincenziano che ha in gestione la struttura in via Maddalenedda dal 2006 di fare fronte alle spese di gestione.

A sbloccare la situazione una cospicua donazione: «Che – sottolinea Antonietta Sanna, presidente del gruppo – ci permetterà di garantire il servizio a lungo». Ma anche l’atteso disco verde da parte del Comune per un contributo mensile, che si affianca al pagamento delle utenze, di 1000 euro, riconosciuto nei giorni scorsi fino a dicembre 2024. «Ringraziamo l’amministrazione comunale – continua Antonietta Sanna – sicuri che questi sono soldi ben spesi. E speriamo che il contributo diventi strutturale. Per una struttura come la nostra infatti è indispensabile poter fare programmazione a lungo termine. Non parliamo di cifre altissime ma di quelle strettamente necessarie per poter pagare un custode che si occupi della guardiania notturna e per comprare i prodotti che servono per la pulizia. Di tutto il resto Sanna – ci siamo sempre occupate noi del gruppo vincenziano. E così siamo disposti a fare anche nel futuro, garantendo l’accoglienza alle donne, il nostro sostegno e la nostra affettuosa vicinanza, per sopperire ai loro bisogni di natura materiale ma anche affettiva».

Per quasi 17 anni la struttura di via Maddalena è stata un punto di riferimento indispensabile per donne senza fissa dimora, vittime di disagio sociale e abitativo, ma spesso anche di violenze domestiche. L’unico ostello femminile di prima accoglienza della città era stato inaugurato nel 2006 in uno stabile di proprietà del Comune e dato in comodato d’uso al gruppo vincenziano. Nove posti letto dislocati in tre piani che hanno permesso a decine e decine di donne, e ai loro figli, di avere un posto dove trascorrere la notte. E dal 2011 fino al 2018 lo stesso gruppo di volontarie aveva aperto anche Casa Elena, un’altra abitazione che consentiva alle donne di non dover stare per strada durante il giorno. Insomma, un servizio che funzionava e che andava avanti grazie a risorse recuperate partecipando a bandi regionali o comunali su fondi comunitari. I problemi iniziarono nel 2020 con il Covid, e la prima chiusura. Poi la riapertura a maggio 2021, grazie anche alla partecipazione ad un bando della Fondazione con il Sud che ha permesso di andare avanti fino a tutto il 2022. Nel 2023 uno dei volontari, che faceva il custode notturno, deve interrompere l’attività, e la casa chiude, tranne una piccola riapertura tra luglio e settembre 2023. Ora la buona notizia, si spera definitiva, che riconsegna alla città un punto di riferimento irrinunciabile, per di più nel cuore del centro storico. Che di solidarietà, volontariato, vita, ha più di tutto bisogno.

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