La Nuova Sardegna

Sassari

La condanna

Abusi sulla figlia degli amici: dovrà scontare 4 anni e mezzo

di Luca Fiori
Abusi sulla figlia degli amici: dovrà scontare 4 anni e mezzo

Il caso a Sassari, la Cassazione ha ribaltato la sentenza di assoluzione che era stata emessa dai giudici in primo grado

16 giugno 2024
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Sassari In primo grado il giudice dell’udienza preliminare Carmela Rita Serra aveva creduto alla sua innocenza e lo aveva assolto da quell’accusa terribile e infamante: «Perché il fatto non sussiste», aveva sentenziato il gup a novembre di otto anni fa. Qualche giorno fa la corte di Cassazione ha parzialmente modificato e ridotto da cinque anni a quattro anni e sei mesi di reclusione, la sentenza - ribaltata dai giudici della corte d’appello (presidente Marina Capitta, a latere Maria Grixoni e Gianni Delogu) - nei confronti di un 58enne sassarese per il quale è stata disposta anche l’interdizione da scuole e pubblici uffici e il pagamento di una provvisionale di diecimila euro alla parte civile che era rappresentata dall’avvocato Tania Decortes.

L’imputato, difeso dagli avvocati Paola Milia e Mariano Mameli, era finito a processo nel 2014 dopo la denuncia presentata dai genitori di una quattordicenne e il pubblico ministero Mario Leo, ritenendo che la ragazzina fosse attendibile e che, quindi, le accuse fossero fondate, aveva chiesto in primo grado una condanna a cinque anni e quattro mesi di reclusione. Ma il gup non era stato dello stesso avviso e aveva assolto l’imputato.

Nel processo di secondo grado, dopo l’impugnazione del pubblico ministero, i giudici avevano rinnovato l’istruttoria per capire meglio cosa ci fosse dietro il racconto di quella ragazzina. Gli episodi di presunta violenza che erano stati contestati all’imputato risalirebbero agli anni tra il 2012 e il 2014. La ragazzina, a un certo punto, si era confidata con la sua insegnante, alla quale aveva raccontato che quell’uomo - un amico di famiglia - l’aveva molestata. Aveva descritto i comportamenti che il 58enne avrebbe avuto nei suoi confronti, in particolare baci, tentativi di toccarla nelle parti intime. L’insegnante allarmata aveva immediatamente contattato i genitori della studentessa ai quali aveva raccontato le confidenze ricevute dalla ragazza.

Una doccia fredda, considerato che per loro quell’uomo era un amico, una persona di fiducia che mai aveva destato sospetti. Ma avevano comunque deciso di credere alla loro figlia e, dopo la denuncia, il caso era approdato in tribunale con un’imputazione - per l’imprenditore - molto pesante.

«Non ho mai toccato quella ragazzina in vita mia» aveva detto l’imputato durante il processo di primo grado. Ma davanti ai giudici della corte d’appello la vittima degli abusi aveva confermato le accuse anche a distanza di anni e i giudici in questo caso le hanno creduto. «Avevo solo quattordici anni quando sono stata costretta a subire abusi da parte di quell’uomo - ha riferito la giovane in aula – che io e i miei genitori consideravamo un amico di famiglia». La ragazza sassarese - oggi poco più che ventenne - qualche anno fa aveva raccontato prima alla polizia e poi in tribunale di essere stata molestata sessualmente da un imprenditore sassarese amico di famiglia.

Nel processo di secondo grado a sostenere l’accusa contro l’uomo, che in primo grado era stato assolto, era presente anche il pubblico ministero Mario Leo, applicato per questo procedimento alla corte d’appello. Ora la Cassazione, seppur riducendo la pena, ha confermato la condanna, credendo alla versione della vittima.

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